Ieri 212 nuovi contagi e 12 morti Valle d'Aosta, focolaio in un alpeggio

I decessi sono 12. E dopo giorni una vittima pure in Lombardia

Ieri 212 nuovi contagi e 12 morti Valle d'Aosta, focolaio in un alpeggio

Tornano a salire i contagi in Italia, ma è un aumento lieve che si giustifica essenzialmente con il maggior numero di tamponi fatti. Anzi, il dato di ieri (212 casi su 48.170 tamponi) è alla fine in termini percentuali assai più rassicurante di quello di lunedì (170 casi su 25.551 tamponi).

Resta la Lombardia la regione più colpita, con 53 casi (21 in provincia di Milano, con 16 casi nel capoluogo, e 19 nella provincia di Bergamo), davanti alla Campania con 29 casi, al veneto con 24, all'Emilia-Romagna con 20, alla Sicilia con 19, a Piemonte con 12, alle Marche con 11, al Lazio con 10. A 10 c'è anche la Val d'Aosta, che è un po' il «caso» di giornata. Questa impennata di casi nella piccola regione alpina che era stata definita ormai Covid-free è dato da un focolaio individuato in un alpeggio a Nus, vicino ad Aosta, dove sette persone sono risultate positivi: tre componenti della famiglia titolare dell'azienda agricola e quattro lavoratori stranieri.

Tra le regioni con pochi casi ci sono la Sardegna (6), la Calabria (5), la Puglia (4), la Toscana e la Liguria (3). la provincia autonoma di Bolzano (2) e l'Abruzzo (1). A zero la provincia autonoma di Trento, il Friuli-Venezia Giulia, l'Umbria, il Molise e la Basilicata. Basilicata che però fa notare come «il notevole incremento dei casi dell'ultima settmana è dovuta a casi di importazione e non autoctoni derivati da attività di screening», in particolare bengalesi.

Doloroso invece il dato sui morti di ieri, che sono stati 12, con il Veneto in testa con 5 morti. Dopo quattro giorni senza «croci», la Lombardia torna a comparire in questa triste lista con un morto. Il totale dei decessi dall'inizio dell'emergenza è di 35.125, dei quali 16.802 in Lombardia. I casi totali sono 246.488 (dei quali 96.008 in Lombardia) e quelli attivi sono 12.609, la gran parte dei quali (11.820) in isolamento domiciliare fiduciario, 749 in ospedale e soltanto 40 in terapia intensiva.

Alla fine l'Italia trema soprattutto per i contagi che vengono dall'estero, e in particolare dall'Est Europa. Lo fa notare anche il virologo Andrea Crisanti, intervistato all'«Aria che tira» su La7: «Sicuramente riprenderanno i focolai con più vigore. Siamo circondati da Paesi in cui la trasmissione aumenta. Esiste sicuramente un pericolo del contagio di importazione. Penso che sia giusto testare le persone nei pullman (da oggi si parte con i test su base volontaria al termnal della stazione Tiburtina a Roma, ndr) perché è il mezzo di contagio più pericoloso, manca il ricambio d'aria e non c'è il personale all'interno che assicura il rispetto delle misure di sicurezza, al contrario degli aerei.

Penso che sia una misura giustificata e credo che bisogna investire di più nel tracciamento delle persone che vengono dai paesi in cui l'epidemia è ancora particolarmente elevata». Ad esempio «le badanti che vengono dall'Est per prendersi cura dei nostri anziani. Facciano il test prima di andare in famiglia. Penso che sia una cosa gestibile, ci vuole un po' di organizzazione e logistica».

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