Chiudere un'esperienza di governo lunga 16 anni vuol dire anche ripercorrere il proprio percorso politico. E forse Angela Merkel, alla vigilia del suo trasloco dall'ufficio della cancelleria di Berlino, vorrebbe anche rivendicare, legittimamente, il proprio operato. Nel farlo però la donna che per tre lustri ha governato la Germania non ha mancato di affermare alcune inesattezze.
A partire ad esempio dalla rivendicazione di un presunto successo sull'immigrazione. “Sì, ce l'abbiamo fatta – ha dichiarato Merkel al Deutsche Welle a proposito della crisi migratoria del 2015 – ma grazie al contributo di tantissimi: dai sindaci ai volontari ai cittadini comuni”. Secondo il cancellerie uscente dunque, la sua Germania è riuscita nell'intento di superare l'emergenza immigrazione e di porsi come modello vincente per il resto d'Europa.
Il riferimento della Merkel è all'emergenza nata nel 2015. Quell'anno, sia a causa dell'avanzata dell'Isis tra Siria e Iraq e sia grazie all'allentamento (non certo casuale) dei controlli della Turchia lungo le proprie frontiere, quasi un milione di migranti dal medio oriente sono entrati in Europa. Un numero molto alto e che ben può dare l'idea dell'emergenza di allora, aggravata dalla risalita delle carovane lungo la rotta balcanica.
Inizialmente Angela Merkel ha aperto le frontiere. L'intento di Berlino era quello di promuovere un'accoglienza senza sé e senza ma soprattutto ai cittadini siriani. Una linea politica che ha ricevuto plausi a sinistra in tutto il Vecchio Continente. Ma che ben presto ha mostrato i suoi limiti.
Soltanto la Germania ha accolto mezzo milione di profughi fino alla primavera del 2016. Una cifra che, nonostante quanto dichiarato nelle scorse ore dalla Merkel, non è stata mai del tutto assorbita dalla società tedesca. Al contrario, l'arrivo in massa di migranti in Germania ha rappresentato l'inizio della fine politica per la stessa cancelliera.
Lo testimonia il fatto che il governo di Berlino pochi mesi dopo la prima ondata migratoria ha spinto l'Europa a scendere a patti con Erdogan, promettendo alla Turchia tre miliardi di Euro all'anno per trattenere dentro i propri confini i migranti.
L'opinione pubblica tedesca ha bocciato senza appello la politica di Angela Merkel. Anche qui a dimostrarlo sono gli eventi politici successivi al 2016. In particolare, proprio dopo l'arrivo di mezzo milione di siriani si è assistito all'ascesa dell'Afd, il partito di destra che per primo ha criticato la linea dell'accoglienza del capo del governo.
I problemi interni causati dall'apertura delle barriere hanno portato maggior senso di insicurezza. Nel capodanno del 2016, poche settimane dopo il via libera alla maxi accoglienza da parte della Merkel, a Colonia nella piazza della stazione centrale si sono verificate per ore violenze causate in buona parte da migranti. Un episodio che ha lasciato il segno, assieme poi ad altri casi dove la difficoltà di integrazione e l'impossibilità di gestire un numero così elevato di profughi ha decretato la fine della politica dell'accoglienza.
Da allora la popolarità della Merkel è calata, assieme a quella del suo partito oggi non a caso sconfitto dalla Spd. Nella sua intervista il cancelliere uscente ha parlato anche di quanto deve fare l'Europa in futuro “per avere un sistema d'asilo unitario”.
Anche questo un obiettivo non centrato nei 16 anni di suo governo. In poche parole, sull'immigrazione Angela Merkel ha mostrato i propri punti deboli. Parlare di missione compiuta su questo tema è fuorviante anche nel bel mezzo di un commiato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.