"Inconsistente...": il ministro Lamorgese ancora una volta nel mirino

L'affondo del senatore leghista Candiani contro il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese: "Garantisca un corretto andamento del dibattito politico o rischia di apparire complice dei delinquenti"

"Inconsistente...": il ministro Lamorgese ancora una volta nel mirino

Dopo i fatti di Marina di Carrara la Lega punta il dito contro il clima d’odio che ha contrassegnato finora la campagna elettorale, ma si rivolge anche al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, accusandola di non essere stata capace di "garantire un corretto andamento del dibattito politico".

Ieri il vicesegretario del partito, Andrea Crippa, aveva sottolineato come dopo l’aggressione da parte del gruppo di anarchici che ha preso a bastonate con le aste delle bandiere una decina di militanti leghisti, tra cui donne e anziani, che stavano montando un gazebo per distribuire materiale elettorale, non c’è stato nessun commento, né da parte del Viminale, né da parte della sinistra.

"Il silenzio dei progressisti è assordante: nessuno che – si legge in una nota del deputato - abbia, non dico espresso solidarietà, ma almeno commentato e condannato l’atto". Oggi a rincarare la dose è l’ex sottosegretario all’Interno, Stefano Candiani, per il quale episodi come quello di Marina di Carrara "non possono essere derubricati come fortuiti". Si tratta, scrive il senatore della Lega, di "violenza pura, inaccettabile, che non si ferma neanche davanti a donne ed anziani" e che scaturisce dalla "demonizzazione dell’avversario" portata avanti dalla sinistra. "Fa impressione – attacca Candidani - il silenzio compiacente verso questi gravi episodi, e fa riflettere il fatto che da sinistra non si alzi una voce forte di doverosa solidarietà verso gli aggrediti".

Poi il senatore se la prende direttamente con un ministro dell’Interno che definisce "inconsistente" e "assente nel garantire l’incolumità di quanti esercitano il sacrosanto diritto di partecipazione politica". "Mancano ormai due settimane, e la campagna elettorale è ancora lunga: il ministro si svegli dal suo interminabile torpore e garantisca un corretto andamento del dibattito politico, perché chi non riesce a contenere criminali e delinquenti facilmente identificabili, oltre che incapace rischia di apparirne complice", accusa il leghista. Quello di Marina di Carrara non è l’unico episodio violento che si è verificato nelle scorse settimane.

Prima ci sono stati i proiettili che hanno mandato in frantumi la vetrata della segreteria politica del deputato e candidato di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, a Reggio Calabria mentre era in corso una riunione, poi l’assalto ad un gazebo elettorale di Fratelli d’Italia a Milano, e ancora le minacce, come quelle fatte recapitare a Trento dalle nuove "Brigate Rosse" all’attenzione di Giorgia Meloni e degli esponenti locali del partito. Senza contare le frasi choc pronunciate dal governatore Michele Emiliano a Taranto. Ha promesso agli elettori che avrebbe fatto "sputare sangue" agli avversari politici. Ed Enrico Letta alla fine dell'arringa si è alzato per andarlo ad abbracciare come se niente fosse.

Quella che si è innescata è una vera e propria spirale d’odio che va fermata e che a giudizio di molti è il risultato dei toni avvelenati che stanno contrassegnando questa campagna elettorale sin dal principio, con le accuse più o meno velate di fascismo per delegittimare la destra e la logica del "noi contro di loro".

Una stortura notata già ad agosto da un gruppo di costituzionalisti, tra cui Luciano Violante e Giulio Terzi di Sant’Agata, che firmò un appello contro la propaganda mirata a screditare gli altri e per il "rispetto delle normali dinamiche istituzionali".

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