Potrebbe esserci una svolta nelle indagini della morte di Luca Attanasio, l'ambasciatore italiano in Congo trucidato lo scorso 22 febbraio insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci, e all'autista Mustapha Milambo. La procura di Roma ha infatti indagato un funzionario del World Food Programme, il Programma alimentare mondiale, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio. I pubblici ministeri contestano i reati di omesse cautele in relazione al delitto, secondo gli articoli 40 e 589 del codice penale. La formalizzazione dell'accusa è avvenuta dopo l'audizione del funzionario congolese, responsabile della sicurezza del convoglio dei due italiani.
Gli accertamenti sulla vicenda, coordinati dal procuratore Michele Prestipino e seguiti dal pm Sergio Colaiocco, hanno portato dopo settimane di lavoro ad avere un quadro completo ed esauriente su quanto avvenuto in quella tragica mattina nei pressi della località di Nyiaragongo, nella regione del nord del Kivu. Sulla base di quanto riferito dai testimoni, e accertato dalle consulenze medico legali, i due italiani sono stati fermati e catturati in una zona del parco del Virunga e portati con la forza a un paio di chilometri di distanza. Prima però i guerriglieri hanno eliminato l'autista Milambo con un colpo alla testa. E mentre Attanasio e Iacovacci risalivano il primo tratto di una zona montuosa, sotto la minaccia di sei assalitori armati di mitragliatori kalashnikov e di machete, sono intervenuti i ranger del parco che hanno innescato un conflitto a fuoco con i rapitori. Iacovacci, che era di scorta, ha tentato fino all'ultimo di salvare Attanasio, sottraendolo alla linea di fuoco e facendo scudo con il proprio corpo. Una volta ucciso il carabiniere, e messi in difficoltà dall'intervento dai ranger, gli assalitori si sono dati alla fuga non prima di aver esploso alcuni colpi di arma da fuoco verso l'ambasciatore italiano, morto durante il disperato trasporto all'ospedale di Goma.
Per quel che riguarda il filone dell'inchiesta sull'omicidio, i magistrati procedono per il reato di sequestro con finalità di terrorismo. Gli elementi a disposizione degli inquirenti sono però ancora pochi, nonostante lo scorso 22 maggio il presidente della repubblica Félix Tshisekedi dichiarò che i suoi uomini avevano «stretto le manette ai polsi di soggetti che hanno avuto un ruolo importante nella morte dell'ambasciatore italiano».
Il funzionario del World Food Programme, che era responsabile della sicurezza, non sarebbe al momento coinvolto nell'imboscata di Nyiaragongo. L'uomo, un cittadino congolese, non avrebbe curato con la dovuta attenzione il sistema di sicurezza e per questo è accusato di omesse cautele in relazione all'omicidio dei due italiani e del loro autista. Non si escludono però a questo punto nuovi colpi di scena nelle indagini, soprattutto dopo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal ministro degli interni congolese Daniel Aselo Okito, convinto che Attanasio sia stato tradito da qualcuno del suo staff. «I malviventi conoscevano molto bene non soltanto il tragitto del convoglio diplomatico - ha rivelato alla tv RTNC - ma anche l'orario esatto in cui sarebbe caduto nell'imboscata.
É chiaro che qualcuno ha parlato in cambio di denaro». Anche gli inquirenti congolesi sono convinti, al di là di quale gruppo sia responsabile dell'assalto, che si sia trattato di tentativo di sequestro e non di rapina finita male.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.