L'Inghilterra vive nell'angoscia di un perverso conto alla rovescia, quello di un attentato «in agenda» tra domani e dopo (si parla di treni). L'indiscrezione arriva dal National Health Service, che ha ricevuto una direttiva dal ministro della Salute Jeremy Hunt a sospendere ferie e permessi di tutti gli ospedali del Regno Unito dal 27 maggio fino a nuove comunicazioni. Gli 007 britannici sono convinti della possibilità, tutt'altro che remota, che in giro ci sia ancora parecchio esplosivo, come quello utilizzato lunedì per la strage alla Manchester Arena perpetrata da Salman Abedi. Il kamikaze si trovava il 18 maggio a Dusseldorf, in Germania. A confermarlo sarebbero le immagini delle videocamere dell'aeroporto Flughafen, dove l'uomo stava rientrando dalla trasferta a Tripoli dopo aver volato a bordo di un aereo della Afriqiyah Airways. Non è dato sapere se durante lo scalo abbia incontrato qualcuno o se le direttive per l'attentato siano arrivate dalla Libia. Emerge piuttosto l'estrema libertà di movimento tra Nord Africa ed Europa (avrebbe lasciato tracce recenti persino a Praga) di un soggetto considerato pericoloso dai servizi segreti britannici.
Ci troviamo di nuovo di fronte a falle nei sistemi di sicurezza come ai tempi degli attentati al Bataclan e all'aeroporto di Bruxelles? Londra nel dubbio punta tutto sulle indagini a tappeto e sugli arresti. Al momento sono 9 le persone finite in manette, tra le quali anche una donna. Il capo della polizia di Manchester Ian Hopkins ha spiegato che «sono stati fermati soggetti che hanno avuto un ruolo significativo nell'attentato». Hopkins ha ricordato che «è stato assestato un duro colpo al gruppo terroristico che ha organizzato l'attacco». Le indagini hanno portato anche alla scoperta di un appartamento nella centralissima Granby Row, vicino alla stazione della metro Piccadilly, affittato dall'attentatore e dai suoi complici tramite Airbnb, la nota agenzia online.
All'appello manca però un pezzo da novanta di un'organizzazione che comprendeva anche il padre (Abu Ismail) e due fratelli (Ismail e Hashem) di Abedi: lo specialista in esplosivi, l'uomo che ha costruito l'ordigno che ha straziato i corpi di 22 innocenti. Per trovarlo Scotland Yard lavora sui resti della bomba, sperando di trovare la «firma» di chi l'ha assemblata. Salman Abedi ha utilizzato un ordigno rudimentale, ma potente, trasportato in un barattolo di metallo che ha nascosto sotto una t-shirt nera oppure in uno zainetto azzurro. Un congegno attivato tramite un piccolo detonatore tenuto nella mano sinistra. Per quanto riguarda l'esplosivo sono state confermate le indiscrezioni pubblicate martedì da il Giornale. Lo riferisce il presidente della commissione Sicurezza Interna della Camera americana, il repubblicano Mike McCaul, al New York Times. È il famigerato Ttap, ribattezzato dai jihadisti «madre di Satana», lo stesso utilizzato dal commando dello Stato islamico nell'attacco del 13 novembre 2015 a Parigi e il 22 marzo 2016 a Bruxelles. Un altro ordigno, a Withington, sarebbe stato neutralizzato attraverso un'esplosione controllata.
E mentre la macchina della solidarietà si è messa in moto (i due club di calcio, City e United, hanno già raccolto qualcosa come 4 milioni di sterline), la
Regina Elisabetta ieri mattina ha fatto visita al Royal Manchester Children's Hospital, dove sono ricoverati alcuni dei bambini feriti nell'attacco. «È stato un shock per tutti, ma siamo uniti», ha dichiarato la sovrana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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