Interferenze russe in Romania, fermato il candidato Georgescu. "Ha agito contro la Costituzione"

Il candidato pro-Mosca aveva vinto le elezioni poi annullate. La protesta di Musk: "Assurdo"

Interferenze russe in Romania, fermato il candidato Georgescu. "Ha agito contro la Costituzione"
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Non si placa l'intrigo politico che attanaglia da mesi la Romania, dove a dicembre la Corte Costituzionale ha annullato le elezioni. Ieri il candidato alla presidenza Calin Georgescu, che incassa la difesa di Elon Musk, è stato portato in questura e interrogato: dovrà rispondere di dichiarazioni false sulle fonti del finanziamento della sua campagna elettorale. In alcuni locali appartenenti al suo staff gli inquirenti hanno trovato soldi e armi. Nell'appartamento di Horatiu Potra, sua guardia del corpo, perquisito assieme ad altre 46 abitazioni in varie regioni, è stato ritrovato un arsenale con pistole, mitragliatrici, granate e munizioni, tutto nascosto in una stanza segreta. Sotto il pavimento, in una cassaforte, sarebbero state rinvenute anche mazzette di denaro per circa un milione di euro. Oltre al possesso illegale di armi il procuratore ha ipotizzato il reato di creazione di un'organizzazione «a carattere fascista, razzista o xenofobo». Sono state interrogate 13 persone coinvolte nelle indagini.

Non ci sta a passare per corrotto l'esponente di estrema destra e vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre, poi annullato per presunte interferenze russe che si difende così: «Fanno qualsiasi cosa per bloccare la mia candidatura», accusando i suoi accusatori di «inventare prove per giustificare il furto delle elezioni». Ha inoltre chiamato a raccolta i suoi sostenitori per il prossimo sabato a Bucarest, quando ci sarà una grande manifestazione di protesta. L'antipasto si è avuto già ieri sera, quando centinaia di persone si sono date appuntamento dinanzi all'ufficio del procuratore, sventolando la bandiera della Romania e urlando slogan come «Georgescu libero!» e «Georgescu presidente».

Lo scorso 6 dicembre, due giorni prima del ballottaggio con la candidata filo-europea Elena Lasconi, la Corte Costituzionale si era resa protagonista di un provvedimento mai assunto prima, annullando le elezioni dopo la vittoria a sorpresa di Georgescu al primo turno, passato in poco tempo dal completo anonimato alla vittoria elettorale. La decisione era nata dopo una serie di denunce su alcune presunte ingerenze russe nella campagna di Georgescu, accompagnate da documenti declassificati del Consiglio Supremo della Difesa del Paese secondo cui era stata approntata una centrale operativa da migliaia di account fasulli su TikTok, attivati in occasione di appuntamenti elettorali al fine di condizionarne l'esito. Un ruolo fondamentale era stato giocato dai social, come TikTok, che ingrossano il dossier «ingerenze esterne», abbracciando anche altri paesi dell'est come la Georgia e la Moldova. Per questo anche il Dipartimento di Stato americano in quei giorni aveva preso una posizione precisa, così come i vertici dell'Ue. Oggi la questione assume una rilevanza se possibile maggiore, dal momento che nel frattempo è cambiata l'amministrazione americana e si è avviato il dialogo con Mosca sull'Ucraina.

Secondo il primo ministro rumeno Marcel Ciolacu «la magistratura è indipendente e la legge deve essere applicata indipendentemente dalle persone».

Un commento alla questione arriva anche da oltreoceano, con Musk che su X tuona: «Hanno appena arrestato la persona che ha vinto il maggior numero di voti alle elezioni presidenziali rumene. Questo è assurdo». In occasione dell'annullamento del voto rumeno dello scorso autunno il numero uno di Tesla era intervenuto per definire «tiranno» il giudice che aveva emesso la sentenza.

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