Ira del centrodestra: norma criminale

Meloni (Fdi): bel regalo di Natale! Carfagna (Fi): governo incapace

Ira del centrodestra: norma criminale

È durata poco la speranza di Orfini (Pd), Fratoianni (LeU) e compagni di realizzare una patrimoniale per rimettere in ordine i conti disastrati dalla crisi causata dai tanti ed estenuanti lockdown anti-Covid. Il centrodestra, ma non da solo, è insorto contro quella che a ragione è stata definita una vera rapina ai danni degli italiani.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, reagisce indignata alla notizia dell'esistenza di questo emendamento. «Ecco la loro risposta alla crisi - dice - , il loro regalo di Natale agli italiani: un furto sui conti correnti. Questi nemici dei cittadini vanno fermati il prima possibile». Mara Carfagna (Forza Italia) vede in questo emendamento un chiaro segno dell'incapacità della maggioranza di sedersi attorno al tavolo per discutere anche con l'opposizione le misure più adeguate per affrontare di petto e radicalmente questa crisi. «La patrimoniale - scrive su Twitter la vicepresidente della Camera dei deputati - è un fallo di reazione di chi nella maggioranza rifiuta un lavoro condiviso sulla legge di bilancio. Mi auguro che nessuno in Parlamento voglia sostenere questi giochetti politici a scapito degli italiani».

Il problema adesso è capire quanto l'anima «rossa» di questa maggioranza possa essere influente sulla redazione della legge di Bilancio. «Questo tentativo di reintrodurre una patrimoniale - spiega il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani - mostra chiaramente, se ce ne fosse ancora bisogno, che noi siamo incompatibili con questa maggioranza».

Ci va giù pesante Matteo Salvini. Il leader della Lega parla addirittura di «crimine». Sbagliato, dice, «pensare a nuove tasse in un momento come questo». Anna Maria Bernini (FI) lega l'idea della patrimoniale alle voci di rimpasto: «Due cose che dimostrano l'incapacità di gestire la situazione attuale da parte della maggioranza di governo».

Segnali di distensione, però, arrivano anche da esponenti importanti della maggioranza, a cominciare dal ministro degli Esteri e, Luigi Di Maio. L'esponente grillino ha subito bocciato l'idea. Stessa cosa ha fatto Italia viva per voce del presidente dei suoi senatori, Davide Faraone.

Le rassicurazioni di Di Maio, però, non convincono Giorgio Mulè (FI) che per primo ha sollevato il caso dell'emendamento avanzato dalla sinistra di governo. «Al presunto leader Di Maio che oggi prende le distanze dalla patrimoniale quando pezzi della sua maggioranza la vorrebbero per mettere le mani nelle tasche degli italiani, va ricordato come lui e i governi che ha appoggiato abbiano non solo aumentato la pressione fiscale per lavoratori e imprese ma li abbiano terrorizzati e tartassati inseguendoli per avere i balzelli anche durante l'emergenza.

Solo grazie alla determinazione di Forza Italia e del centrodestra, che non ha bisogno di reinventarsi liberale, le imposte sono state rinviate: da ultimo lo abbiamo preteso pochi giorni fa per votare lo scostamento di bilancio».

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