
La cabina di regia per fare il punto sull'attuazione del Pnrr mostra una premier ottimista, capace di vedere nei numeri della relazione sullo stato dell'arte del Piano anche motivo di orgoglio visto che la relazione al Parlamento sullo stato del Piano conferma «il primato europeo dell'Italia nella sua realizzazione, per numero di obiettivi conseguiti, per risorse complessive ricevute e per numero di richieste di pagamento formalizzate e incassate».
Dal documento emerge che il 92% dell'intero Piano risulta attivato o in fase di chiusura, con una spesa in costante aggiornamento che al 31 dicembre scorso si è attesta a 63,9 miliardi di euro, superando il 52% delle risorse finora ricevute. Anche il ministro degli Affari Ue e il Pnrr, Tommaso Foti (nella foto), si mostra più che ottimista. «Con il pagamento della settima rata l'Italia confermerà il primato europeo - spiega il ministro nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi - con 140 miliardi di euro ricevuti, corrispondenti al 72% della dotazione complessiva e, in termini di performance, con 337 obiettivi conseguiti, pari al 54% degli obiettivi totali programmati».
Secondo Repubblica, però, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti potrebbe chiedere nel corso della prossima riunione Ecofin (11 aprile a Varsavia) una proroga di almeno un anno della scadenza, prevista per giugno 2026 per sfruttare i 122 miliardi finora ricevuti e dei quali, anche secondo la Ragioneria dello Stato ne sono stati spesi poco più della metà.
Tutt'altro che ottimiste sono anche le previsioni che vengono dai banchi dell'opposizione. Da dove si chiede a gran voce di avere spiegazioni direttamente dalla premier, nelle aule parlamentari. «Il Pnrr e una straordinaria opportunità per l'Italia - spiega la leader dem Elly Schlein - e fa male vedere come l'incompetenza del governo la stia sprecando» Per poi chiedersi: «Chi ha ragione tra Giorgetti, che sembra sia pronto a chiedere il rinvio di un anno rispetto alla scadenza del 2026, e Foti, che ci vuole far credere che va tutto bene?» Spiegazioni le chiedono pure i Cinquestelle che bocciano il lavoro dell'esecutivo. «I ritardi rendono impossibile spendere tutte le risorse mancanti entro il prossimo anno. Le responsabilità del governo in questo senso sono evidenti», dice il vicepresidente della commissione Bilancio Gianmauro Dell'Olio.
Per una volta la lunghezza d'onda è la stessa di Italia viva: «Sullo stato di avanzamento del Pnrr ci sono pesanti ritardi, c'è il rischio che le ingenti risorse del piano vengano spese in fretta e in modo inutile, creando debito cattivo», denuncia Maria Chiara Gadda. Ma sono tutti i partiti delle opposizioni a ritrovarsi sulla richiesta di un'informativa urgente del governo.
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