Italia, la paura sul confine: "L'obbligo di tamponi per chi viene dalla Francia"

Contatti tra Speranza e il ministro francese: allo studio lo screening reciproco. Pure con la Spagna

Italia, la paura sul confine: "L'obbligo di tamponi per chi viene dalla Francia"

Il record di contagi in Francia non preoccupa solo il presidente Emmanuel Macron, ma anche l'Italia, che adesso pensa a proteggersi ipotizzando di introdurre l'obbligo di tamponi per chi arriva da Oltralpe. Anche chi parte per la Francia, e forse anche per la Spagna, dovrà probabilmente sottoporsi al test.

È il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, a parlare per prima volta a Rainews24 di quella che per ora è solo un'ipotesi allo studio: «È già stata avviata un'interlocuzione del ministro Speranza con il governo francese. Si sta valutando il tema della reciprocità non solo con la Francia, lo si sta immaginando anche con la Spagna. Credo che questa possa essere una scelta che tutela». Presto, dunque, potrebbe arrivare una nuova ordinanza che impone lo screening per tutti coloro che tornano dai due Paesi europei dove il coronavirus, da quando sono state allentate le misure di prevenzione, ha ripreso a galoppare. Il tampone, secondo quanto sostenuto dal sottosegretario, sarebbe necessario anche per gli italiani in partenza per Francia e Spagna. In Francia in particolare il Covid è tornato a far paura. Venerdì si sono raggiunti i 7.379 contagi giornalieri, il secondo record dall'inizio dell'epidemia, mentre ieri i nuovi casi sono stati 5.453. Anche se, come sta accadendo nel nostro Paese, i ricoveri e i decessi sembrano sotto controllo. Un andamento dell'epidemia definito «esponenziale» dal ministero della Salute francese, al punto che Macron non ha escluso la possibilità di un nuovo lockdown. E ieri anche il ministro della Sanità inglese Hancock ha parlato di possibili nuove zone rosse nel Paese.

In Italia, invece, continuano a preoccupare i numeri dei turisti positivi dopo le vacanze in Sardegna, che nel giro di un'estate si è trasformata da Covid free in un'area dove scoppia un focolaio dopo l'altro. Soltanto ieri si sono registrati 70 nuovi casi e ci sono decine di turisti trovati positivi mentre erano in vacanza e adesso bloccati sull'isola, per chissà quanto tempo. Per farli rientrare la Protezione civile sta mettendo a punto un programma che prevede un ponte aereo o una nave per trasportare i contagiati. Una soluzione auspicabile per Mario Nieddu, assessore regionale alla Sanità. «È tutto fattibile - dice - nella misura in cui il governo si impegna a mettere in campo le misure adeguate per trasportare in sicurezza queste persone. Poi non ci interessa che si utilizzino navi o aerei, l'importante è trovare la soluzione». Numeri esatti delle persone costrette a stare in quarantena lontano da casa non ce ne sono. Per adesso si sta procedendo agli screening. «Ma - spiega l'assessore - non è possibile sapere il numero dei turisti in isolamento domiciliare, che si trovano adesso in Sardegna, ma la stima potrebbe essere del 50 per cento del totale delle attuali persone in isolamento. La richiesta di ponte aereo non è solo per i turisti che si trovano sull'isola, ma anche per i sardi che si trovano fuori e che dovessero essere stati trovati positivi. Anche loro vorranno ritornare qui, è un ragionamento di buon senso». Da oggi i turisti in transito potranno effettuare i tamponi anche al porto di Livorno e Piombino, dove sono state allestite quattro postazioni.

Un appello a non considerare la «Sardegna come l'isola del contagio» arriva dalla virologa del Sacco di

Milano, Maria Rita Gismondo: «Basta puntare il dito su uno o l'altro locale di divertimento. I giovani hanno gli stessi comportamenti a Cortina, a Rimini e in qualsiasi località turistica. I contagi ci sono dappertutto».

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