Italia sotto attacco: gli sbarchi continuano. Tajani sferza l'Europa

Da inizio anno 12.372 arrivi, hotspot ko. Il ministro azzurro: "Flussi preoccupanti"

Italia sotto attacco: gli sbarchi continuano. Tajani sferza l'Europa

Italia sotto attacco. Le continue partenze da Tunisia e Libia, incentivate dal bel tempo, fanno pensare che ci sia un vero e proprio disegno. Il Belpaese è in difficoltà, mentre l'Ue se ne sta a guardare. La macchina dell'accoglienza, seppure oleata, è allo stremo delle forze. I ritmi degli arrivi sono serrati. E Lampedusa sta scoppiando. Dall'hotspot è un continuo andirivieni: per cento migranti che sono trasferiti su terraferma per essere ospitati nei diversi centri dello Stivale ne arrivano il doppio. E poi altri ancora. Così, mettere in atto il piano di trasferimenti della prefettura di Agrigento serve solo a far posto ai nuovi ospiti. I migranti affollano la struttura, progettata per 350 posti. Ieri mattina, dopo il trasferimento di 1.200 persone operato in 2 giorni, c'erano 1.769 ospiti. Visto che il centro è stracolmo, a gruppi si sistemano all'esterno. C'è spazzatura ovunque, i bagni sono ai limiti dell'agibilità, l'odore è tremendo. E questo, malgrado gli sforzi profusi. Ieri si è tentato di alleggerire ulteriormente la struttura inviando 187 migranti in aereo a Crotone, 183 su nave Galaxy a Porto Empedocle e 89 su un pattugliatore della Guardia di finanza all'hotspot di Pozzallo, dove tra lunedì e ieri sono arrivati quasi 300 migranti, in parte provenienti da Lampedusa, altri recuperati in mare, come 52 a bordo di 2 barchini. Mentre si effettuavano trasferimenti, l'hotspot di contrada Imbriacola tornava a riempirsi. Perché anche nella notte tra lunedì e ieri si sono registrati sbarchi. La Capitaneria di porto, infatti, ha intercettato 73 migranti su 3 barchini. Tra loro una donna incinta. Tutto questo mentre il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricevendo il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha chiesto all'Europa di difendere i suoi «confini esterni». «Non possiamo consentire che la selezione d'ingresso in Europa venga fatta da bande di trafficanti».

I migranti giunti fino a ieri da inizio anno sono 12.372. Nello stesso periodo del 2022 erano 4.701 e 3.820 nel 2021. E sarebbero ancora di più senza gli interventi della guardia costiera tunisina che ieri ha bloccato 11 partenze riportando indietro 569 migranti a bordo di natanti in difficoltà nel tratto di mare antistante a Sfax, Kerkennah, Monastir e Mahdia. Sono solo 20 i tunisini, gli altri provengono da Paesi subsahariani. Sono poi stati arrestati 17 subsahariani che stavano tentando di entrare illegalmente in Tunisia dall'Algeria. È proprio alla Tunisia che guarda il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che, a margine del Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles, ha detto: «Stanno arrivando flussi migratori preoccupanti e noi stiamo facendo in modo di avere un coinvolgimento dell'Europa per affrontare in maniera forte anche in Tunisia il problema». Con l'arrivo di tanti migranti è concreto il rischio che si infiltrino esponenti di gruppi criminosi. È stata l'Onu a lanciare l'allarme sulla presenza in Libia di cellule dell'Isis e sul rischio che singoli combattenti o esponenti di gruppi terroristici puntino alle coste mediterranee. Sicuramente i trafficanti di vite umane hanno i propri uomini a cui si affidano sistematicamente per le traversate.

Come il 30enne algerino fermato quale scafista di 20 connazionali sbarcati domenica a Salerno.

Ha collezionato nel 2016 un respingimento da Cagliari, nel 2018 un'espulsione da Taranto, nel 2019 è stato arrestato perché rientrato illegalmente a Cagliari ed è stato raggiunto da un'espulsione a Varese e un'altra nel 2020.

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