"È una cosa inaspettata. Se anche soltanto sei mesi fa mi avessero detto che sarei diventato senatore, non ci avrei creduto. Questa mattina mi sono svegliato e ho chiesto a mia moglie se mi vedesse con una faccia diversa. No, mi ha risposto. Allora sono sempre Toni".
Parla così, all'indomani dall'elezioni a senatore della Repubblica, Toni Iwobi, prima persona di colore a ottenere un seggio a Palazzo Madama, e che l'ha vinto correndo con la Lega, partito per cui milita dal 1993.
A fargli scoprire il partito del nord, racconta in un'intervista al Giorno, fu "il federalismo fiscale. È stato quello il motivo forte della mia adesione. E poi la coerenza con cui la Lega ha portato avanti il suo progetto politico in questi anni. Rimarrò fedele alla Lega fino alla fine".
E a chi parla di un Carroccio razzista risponde dicendo che "è razzista chi pensa di essere superiore all' altro e per questo vuole prevalere sull' altro. Invece non è razzismo difendere cultura, tradizioni, confini. È buonsenso".
E da responsabile Immigrazione del partito dice che "L'immigrazione è nel Dna dell' uomo, mentre la clandestinità non ha niente a che fare con l' immigrazione"."Se uno arriva nel Paese ospitante e rispetta la gente, la cultura, le tradizioni, allora il rispetto gli viene ricambiato e diventa reciproco", dice della sua esperienza italiana.
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