
Da Washington a Roma andata e ritorno. Dopo il successo della visita americana di Giorgia Meloni alla Casa Bianca, ieri a Roma è andato in scena il secondo atto per stringere il legame tra il governo italiano e l'amministrazione americana con la visita di JD Vance nella capitale. Il tenore dell'incontro lo si è capito sin da subito quando Giorgia Meloni, accogliendo nel cortile di Palazzo Chigi il vicepresidente degli Stati Uniti, ha ironizzato sul fatto che i due leader si erano già visti giovedì a Washington «mi sei mancato» per poi aggiungere «non lo vedo da tempo».
La visita di tre giorni di Vance nella capitale unisce incontri istituzionali con momenti da dedicare alla famiglia, il vicepresidente è infatti arrivato a Roma con la moglie Usha e i suoi figli. Dopo il bilaterale con Giorgia Meloni è seguito un pranzo informale allargato ai due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani con un menù all'insegna del made in Italy: primo piatto rigatoncini con gallinella di mare e ricciola, a seguire involtino di branzino con carciofi croccanti e sformatino di patate, per finire coppa di fragoline con gelato alla vaniglia.
Intanto Roma è blindata, in particolare l'area attorno a Villa Taverna, la residenza dell'ambasciatore americano nel quartiere Parioli in cui Vance soggiorna e da cui si muove per visitare i luoghi iconici della capitale, dal Colosseo a Trastevere passando per una possibile visita alla Basilica di San Paolo.
Nel pomeriggio di ieri il vicepresidente ha visitato Castel Sant'Angelo accompagnato dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli ma nella sua tre giorni romana è previsto anche l'incontro con il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Vance si è poi recato con la famiglia alla Basilica di San Pietro per i riti del venerdì Santo poiché, come noto, la scelta di visitare Roma in occasione della Pasqua non è casuale essendo un fervente cattolico: «Questo è un posto che è stato costruito da persone che amavano l'umanità e amavano Dio e le strade, i palazzi, il panorama meraviglioso innalzano veramente lo spirito umano» ha affermato. Sebbene non sia ufficialmente in agenda un incontro con il Santo Padre, la possibilità di un incontro con Papa Francesco nella giornata di oggi non è esclusa. La fede cattolica è un aspetto fondamentale per comprendere il suo pensiero e, per chi ha avuto modo di ascoltare i suoi interventi negli ultimi anni, non c'era nulla di sorprendente nelle parole pronunciate nel discorso di Monaco che ha fatto molto discutere.
Il declino dell'Occidente è infatti un tema ricorrente per Vance così come la necessità di ristabilire la libertà di parola e di espressione messa in discussione dalla cultura woke, dalla cancel culture, dalla diffusione del gender e della critical race theory nelle università americane. I temi identitari, così come le battaglie per la vita (partecipa alle marce Pro life negli Stati Uniti), sono argomenti molto sentiti dal vicepresidente. Non a caso, una delle figure a cui è più legato, è lo scrittore americano Rod Dreher autore di libri come «L'opzione Benedetto» o «La resistenza dei Cristiani».
La scorsa settimana Vance ha partecipato a Washington Dc alla presentazione del documentario tratto dal libro di Dreher «Live Not By Lies» pronunciando il discorso di un politico con una chiara visione culturale e una solida base valoriale, per questo JD Vance fa così paura al mondo progressista.
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