Jesolo e Cavallino sono pronte a ripartire

Primi turisti nelle località balneari venete: "Non possiamo più perdere tempo"

Jesolo (Ve) I campi di tarassaco dorati come un dipinto di Van Gogh coprono le campagne tra Jesolo e Cavallino. Qui sta per ripartire la stagione. Arriviamo al campeggio Union Lido di Cavallino che è poco dopo mezzogiorno. Le prime auto e i primi camper parcheggiati sul piazzale riflettono il luccichio del sole. Ci sono gli operai che sistemano le aiuole. I trattorini mettono a posto i giardini. I negozi che si preparano ad aprire, i locali fanno i primi rifornimenti, le tartarughe stese al sole. Le macchinine da golf corrono da una parte all'altra di questo campeggio, per 60 ettari di terreno. Saliamo su una di queste accompagnati dal direttore della struttura: Patrizia Castelli.

Patrizia ci porta a fare il giro. Alcune tende sono già issate. Le casette sono tutte pronte. L'hotel con le sue 78 stanze anche. Idem la piscina. La spiaggia, Bandiera Blu certificata, una distesa bianca di borotalco rosa, è tirata a lustro. Il mare oggi sembra una tavolozza d'argento, blu, cobalto. Il vento spazza via le preoccupazioni e rimette tutto al proprio posto. E i primi turisti sono già arrivati. C'è un gruppo di tennisti dall'Alto Adige venuto qui ad allenarsi. C'è un signore di San Bonifacio Verona, Massimo Biondaro, che ha già prenotato per tutti i weekend. C'è un tedesco che ha prenotato fino al 22 maggio. E ci sono i primi camperisti in coda alla reception. Una famiglia di Pordenone, venuta qui per delle terapie, che non vede l'ora di stendersi all'aria. Una donna venuta dalla Germania ci racconta che al confine con l'Austria ogni mezzo viene controllato a palmo. Dall'Austria all'Italia non ha trovato alcun controllo. Da domani qui iniziano ad arrivare i primi veneti e i primi lombardi. Dal primo luglio bollino rosso, tutto pieno, i tedeschi hanno prenotato anche quest'anno, fino a raggiungere il 70% delle prenotazioni. Gli anni pre-Covid erano dell'80%. Molti hanno prolungato di due settimane.

Una struttura come contiene 12mila persone. L'anno scorso per il 2 giugno, tremila veneti in coda al check-in fino all'una e mezza di notte. Alessandro Sgaravatti, l'ad, ci dice: «È importante che riparta tutto. Ci sono 2200 famiglie che lavorano solo con la nostra azienda. Ogni giorno di incertezza in più per noi sono dieci giorni di lavoro persi». Anche a Jesolo si stanno attrezzando. La via Bafile che prima era un vespaio di uomini donne bambini passeggini motorini biciclette, gente in coda per il gelato e il prosecco, ora è vuota. Ma la ripartenza la si sente tutta. Gli hotel, ancora con le serrande abbassate, stanno lavorando per le sanificazioni, le vaccinazioni al personale, il beach working: lo smartworking dal mare. Alcuni hanno deciso di ristrutturare, di cambiare, di far circolare l'aria, di rimettere a nuovo.

«Il Veneto vuole diventare idealmente zona blu», fa sapere il presidente di Unionmare, Alessandro Berton. Una validazione scientifica con il timbro degli enti competenti. Il Caribe Bay, il parco a tema acquatico più premiato d'Italia dopo un anno di chiusura forzata ha deciso di riaprire il primo luglio. In questi giorni sta selezionando il personale e ultimando i lavori avviati nel 2019, interrotti per la pandemia. Duecentoventi collaboratori, 80 mila metri quadrati, 27 attrazioni; a causa della chiusura ha avuto una perdita di oltre 2 milioni di euro.

«Dal Governo fa sapere il gestore Luciano Pareschi - abbiamo ricevuto una elemosina di 4 mila euro, per il fatto che i parchi sono di competenza del ministero dello Spettacolo e non inquadrati nel turismo». Lo spettacolo appunto. Come quel vecchietto che incontriamo e che tutte le estati ballava il liscio: «Tutto bene, ma mi manca il ballo».

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