La jihad di Putin

Mosca arruola 16mila volontari dal Medio Oriente. Kiev: "Killer siriani per distruggerci". Il Cremlino armerà le milizie del Donbass, anche con i missili sequestrati agli ucraini

La jihad di Putin

Pronti a combattere al fianco delle forze armate russe e subito reclutati da Putin. Sono circa 16mila i volontari provenienti dal Medio Oriente, per lo più dalla Siria, storico alleato di Mosca, in procinto di unirsi alle truppe che assediano l'Ucraina.

È stato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, durante una riunione del Consiglio di sicurezza, a rivelare di aver ricevuto un «numero colossale di richieste da vari tipi di volontari, provenienti da diversi Paesi, molti dei quali hanno combattuto contro l'Isis, che vorrebbero venire nelle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk per partecipare a quello che considerano un movimento di liberazione». Non per denaro, sottolinea Shoigue: «Queste persone parlano dal cuore». Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che dopo l'annuncio di Mosca è tornato a farsi sentire con un discorso diffuso su Telegram, si tratta invece di «mercenari siriani»: «Sono assassini provenienti dalla Siria, Paese dove tutto è stato distrutto dagli occupanti. Non distinguono quale lingua parliamo qui, in quale chiesa si vada o partito si appoggi, vanno solo ad ammazzare in terra straniera». Lo stesso ministero della Difesa ha diffuso sui social filmati di militari e miliziani fedeli al governo siriano di Bashar al Assad radunati in una località non precisata che inneggiano alla Russia ed espongono, oltre a bandiere russe e gigantografie di Putin, anche la lettera «Z» divenuta uno dei simboli dell'operazione militare della Russia in Ucraina. Il presidente russo ha dato il via libera ai volontari, dando indicazioni affinché vengano indirizzati nelle aree calde del conflitto: «Se ci sono persone che su base volontaria, certo non per soldi, vogliono venire ad aiutare chi vive nel Donbass, devi incontrarle a metà strada e aiutarle a trasferirsi nella zona di guerra», ha detto in un incontro con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Approvata dal presidente russo anche la proposta del ministro Shoigu di distribuire ai miliziani filorussi del Donbass le armi sequestrate agli ucraini, in particolare i sistemi anti-tank Javelin e Stinger. Già il 7 marzo un rapporto del Pentagono parlava del possibile reclutamento da parte di Mosca di mercenari siriani esperti di guerriglia urbana per combattere in Ucraina. E domenica scorsa il Wall Street Journal scriveva che Mosca, per far fronte all'inattesa resistenza ucraina, aveva cominciato a reclutare combattenti siriani, già in Russia per congiungersi alle truppe in Ucraina. Indicazioni sui progetti russi erano arrivate anche da altre parti. Il portale dell'opposizione siriana in esilio Deir Ezzor 24 aveva rivelato che Mosca stava cercando volontari da impiegare nella guerra in Ucraina con contratti salariati di sei mesi. E il quotidiano panarabo con sede a Londra Al Arabi al Jadid aveva riferito del trasferimento in Ucraina di alcuni membri del gruppo paramilitare Wagner, di stanza in Siria. Si tratterebbe di 500 miliziani in precedenza schierati nelle zone dei giacimenti petroliferi di Palmira e in quello di gas di Shaer, nella campagna orientale di Homs, trasferiti presso una base siriana e poi partiti alla volta dell'Ucraina.

Non ci sono solo i siriani pronti a

combattere al fianco dei russi. Anche un gruppo di militari della Repubblica Centrafricana sono apparsi in un video nel quale dichiarano fedeltà al Cremlino e si dicono pronti ad entrare in guerra al fianco dei «fratelli russi».

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