Jobs act, Mineo attacca Renzi: "Ha la faccia da grullo"

Il senatore ne ha anche per la minoranza: Non ha ancora elaborato il lutto del fallimento della “ditta”

Jobs act, Mineo attacca Renzi: "Ha la faccia da grullo"

"Renzi vince perché (la)spara". Questo il titolo del "caffè" che ogni mattina il senatore della minoranza Pd Corradino Mineo offre ai suoi lettori su Facebook. Una sorta di rassegna stampa commentata, sulla falsa riga di quella che faceva quando era direttore di Rainews, solo che ora si lascia andare a commenti ben più politicamente scorretta.

Dopo aver sparato a destra e a manca sulla linea editoriale dei principali quotidiani, ritorna sul tema del jobs act definendo il premier Matteo Renzi il "nostro portento nazionale". "Lo capisco, sapete? Quando è in difficoltà, si mette la faccia del grullo - lo dice lui - e va avanti a testate", scrive Mineo. "Qui - aggiunge - doveva dare un contentino ad Alfano & Company, doveva mostrare a Marchionne che di lui si può fidare, non voleva dare l’impressione di rinviare sempre (Renzi “Mille proroghe”, lo chiama Giannelli). Dunque ha mollato Landini e Cgil, Bersani e Damiano. Vadano a quel paese. Renzi fa Renzi". "E gli altri? - si chiede il senatore - Annaspano". E giù con commenti senza peli sulla lingua sia per l'opposizione di centrodestra sia per quella pentastellata : "Berlusconi pare che sia tornato alle cene eleganti, mentre i suoi polli (Romani, Senato, Brunetta, Camera) si spennano. Grillo difende l’amico Gino Paoli e i “cittadini” si chiedono sulla sua furia a geometrie variabili". Ma ne ha anche per la Lega Nord e per i suoi colleghi di partito: "Salvini si trova in Veneto con Tosi che non sopporta Zaia.

Le minoranza Pd, che avevano puntato su emendamenti e “miglioramenti” scontano una verità vecchia quanto la politica: se non si parla chiaro non si convince nessuno. E la chiarezza non è proprio il forte di chi non ha ancora elaborato il lutto del fallimento della “ditta”.

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