Kherson, via alla deportazione. Biden: "Putin brutale ma fallirà"

Mosca evacua la città occupata. Ue-Iran, guerra di sanzioni. Dietrofront di Israele sulle armi. Esplosioni nel centro di Kiev

Kherson, via alla deportazione. Biden: "Putin brutale ma fallirà"

Si chiama evacuazione, si legge deportazione. Il piano del generale Surovikin ha preso corpo e le autorità filorusse hanno in programma di evacuare circa 60mila persone sulla riva sinistra del fiume Dnepr entro una settimana. Il pretesto: a loro dire Kiev sta preparando un massiccio attacco sulla zona e i buoni samaritani di Mosca vogliono salvarli dal pericolo. La realtà: considerato il costante l'avanzare delle forze ucraine, la vendetta si manifesta con la deportazione di queste persone che di fatto vengono fatte diventare russe senza colpo ferire, in modo da giustificare oggi, ma soprattutto domani, il corrente progetto di annessione territoriale.

L'evacuazione-deportazione è già iniziata, in parallelo con le notizie che nel settore sud del Paese si fanno sempre più complesse per l'esercito russo. Il tutto in un'inevitabile rimpallo di accuse e responsabilità al gusto di propaganda. Così i filorussi: «Le forze armate ucraine hanno iniziato un'offensiva nella regione di Kherson. Ci sono molti droni ucraini a raggio intermedio e un aereo da ricognizione», ha detto il vice capo dell'amministrazione regionale filorussa Kirill Stremousov. Il capo dell'Ufficio del Presidente ucraino Andriy Yermak invece, smentisce «le false notizie russe diffuse con spettacoli propagandistici» e spiega che «a differenza dei terroristi russi, i cui aerei si schiantano contro le abitazioni anche in Russia, le Forze armate ucraine non bombardano gli insediamenti ucraini. Sono gli invasori russi stavano preparando le postazioni per bombardare la città di Kherson». «Le truppe russe stanno evacuando Kherson perché sono pronte a bombardare la città», ha aggiunto Vitaliy Kim, capo dell'amministrazione militare regionale di Mykolaiv. Intanto Mosca, sempre per perorare la propria azione, fa sapere che «cinque milioni di ucraini si sono già rifugiati in Russia».

Intanto, continuano i bombardamenti a tappeto su numerose città ucraine colpite dai missili di Mosca, in particolare la capitale Kiev ma anche alcune ambulanze in servizio a Kharkhiv. A livello internazionale, Erdogan rilancia l'invito a Zelensky a riprendere i negoziati mentre Biden attacca: «Putin si trova in una situazione incredibilmente difficile e il suo unico strumento è brutalizzare i cittadini ucraini, ma fallirà», ha detto il presidente Usa. Ma a tenere banco è il caso legato a Iran e Israele. Non esattamente due protagonisti secondari. Dopo le smentite di facciata, il regime di Teheran non solo ha confermato l'invio di armi alla Russia ma ne ha anche esaltato l'efficacia per voce del proprio leader Ali Khamenei: «Dicono che i droni iraniani sono pericolosi e chiedono perché li vendiamo a questo o a quello. Queste imprese sono state compiute dalle élite iraniane, portano onore al nostro Paese». Di più. Secondo fonti americane, l'Iran ha inviato personale militare in Crimea per addestrare l'esercito russo sull'uso dei droni, che in un primo momento non riuscivano ad utilizzare a dovere anche a causa di guasti. Come riporta la Cnn, Teheran avrebbe forniti due tipi di mezzi: gli Shahed, che esplodono all'impatto e hanno una portata fino a mille miglia, e il Mohajer-6, che può trasportare missili ed essere utilizzato per la sorveglianza. L'intervento iraniano rischia di scatenare un effetto domino. Israele, aveva subito minacciato di schierarsi con aiuti militari a favore dell'Ucraina ma ieri è arrivata una retromarcia: «Non saranno fornite armi», ha detto il ministro della Difesa Benny Gantz, confermando che saranno offerti a Kiev soltanto sistemi di allerta precoci per i civili.

L'azione di Teheran ha provocato comunque la reazione dell'Europa, che dopo le iniziali minacce passa al contrattacco: «Ci sono prove sufficienti» che i micidiali droni utilizzati arrivino dall'Iran, dunque è pronta «una risposta chiara, rapida e ferma», il che significa un pacchetto di sanzioni da infliggere a Teheran.

Che ovviamente non accetta passivamente, e ha già annunciato che a sua volta sanzionerà 4 istituzioni e 15 funzionari occidentali e dichiarato che chi impone sanzioni contro l'Iran «sarà aggiunto alla lista dei terroristi del ministero degli Esteri». Dimostrazione ulteriore di come il conflitto stia andando avanti e si stia allargando in maniera molto, molto pericolosa.

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