Kim (col treno blindato) va in Russia da Putin. In dote armi e munizioni per prolungare la guerra. E creare l'asse del male

Dopo il no della Cina e l'isolamento mondiale, lo Zar punta sull'arsenale del leader nordcoreano che arriva a Vladivostok con il suo bizzarro caravanserraglio: vagoni corazzati ed extralusso che viaggiano a 60 km l'ora. Un faccia a faccia che spaventa l'Occidente

Kim (col treno blindato) va in Russia da Putin. In dote armi e munizioni per prolungare la guerra. E creare l'asse del male
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Non è una buona notizia per nessuno. Per l'Ucraina in primis ma anche per l'Europa e per gli equilibri geopolitici mondiali. La visita del leader nordcoreano Kim Jong-Un a Valdivostok per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, rischia di segnare la nascita, più o meno ufficiale, di un asse che se forse non si può ribattezzare «del male» poco ci manca. Perché sarà pur vero che il pittoresco Maresciallo nordcoreano può sembrare spesso più un fumetto che un vero leader, ma sono note a tutti sia la potenza del suo arsenale, sia l'instabilità della sua azione politica, militare e personale. E infatti, la sua, non sarà una visita di cortesia.

Al centro dell'incontro tra i due, c'è la lista della spesa che Putin presenterà a Kim: proiettili d'artiglieria da 122 e 152 millimetri e razzi da 122 millimetri, fondamentali per supportare la strategia militare russa in Ucraina, dove lo Zar punta a tenere cristallizzato il conflitto bloccando il più possibile la controffensiva di Kiev che specie al Sud sta procedendo spedita. Le gravi perdite, di uomini e mezzi, maturate sul campo in 15 mesi di conflitto pesano per Mosca e dopo il cordiale «no» della Cina a fornire armamenti, ecco che non rimane altro a cui rivolgersi se non Kim. Ben lieto di rendersi utile a fronte del totale isolamento mondiale e della diffusa sensazione che, in fondo, non potesse andare oltre le minacce e i test assortiti. Tra l'altro la Corea del Nord è uno dei pochi Paesi che dispone di una notevole scorta di carri armati di epoca sovietica, esattamente identici a quelli schierati dal Cremlino in Ucraina. Una richiesta obbligata quella di Putin, che però potrebbe non giovare alla sua già compromessa immagine internazionale. Passi che da quando ha dato il via alla guerra in Ucraina, il leader del Cremlino abbia dovuto far fronte alla crescente ostilità da parte della Nato, degli Usa e dell'Europa, ma proprio all'indomani di un G20 in cui la dichiarazione finale sembra un capolavoro di ipocrisia vergato sotto dettatura di Mosca, intraprendere un rapporto così diretto con l'omino nero delle potenze internazionali, non è certo un gran biglietto da visita. Senza dimenticare che su Putin prende ancora un mandato d'arresto internazionale per crimini di guerra.

Quello che rimane pittoresco, al di là dei contenuti dell'incontro, riguarda il viaggio intrapreso da Kim Jong-Un. Il Maresciallo non ama viaggiare in aereo, anche se non ha la fobia del volo che aveva il padre. Predilige comunque muoversi a bordo del suo super treno blindato che rappresenta alla perfezione il personaggio. Si tratta di un convoglio blindato, costruito ad hoc per il leader supremo, dotato di qualsiasi comfort e tecnologia, comprese quelle che al suo popolo sono assolutamente vietate. Come le apparecchiature di Apple, simbolo del capitalismo occidentale proibite in Nordcorea, ma assai gradite al leader. Chi ha potuto visitare il treno o viaggiare a bordo, racconta di arredamenti extra lusso, chef personali in grado di soddisfare le tante e variegate voglie alimentari del grande capo e anche una cantina fornitissima di vini pregiati. I treni sono in realtà tre, tutti identici e con vetri oscurati: il primo funge da battistrada in caso di pericoli o attacchi, il secondo ospita Kim e il suo stato maggiore, il terzo è pieno di guardie personali e di mezzi (prevalentemente Mercedes) che poi il dittatore utilizzerà una volta arrivato a destinazione. Si vocifera anche che siano molte le dame di compagnia che passano da un vagone all'altro.

L'unica pecca del caravanserraglio nordcoreano è che a causa dei binari fatiscenti e della pesantezza di mezzi, per colpa della blindatura, il treno non superi i 60 chilometri orari, motivo per cui ci vogliono più di 20 ore per arrivare da Pyongyang a Vladivostok. Il convoglio è partito domenica sera ma il faccia a faccia è previsto solo per oggi, quando Kim scenderà dal suo treno fresco e riposato. Pronto a ricreare un asse che fa paura.

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