Altro che ordinanza annullata come ha pensato qualcuno. Il provvedimento del 22 agosto scorso del governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti sull'isola è solo sospeso.
A spiegare la situazione che si è venuta a creare è Luca Pedullà, costituzionalista e docente presso l'Università «Kore» di Enna, che a Italia Oggi ha fatto luce sulla ratio. "Innanzitutto osservo che, contrariamente a ciò che qualcuno ha affermato nelle scorse ore, è stato confermato che l'ordinanza del presidente della Regione siciliana non era né inesistente, né nulla, né viziata da una incompetenza assoluta: se così fosse stato non avremmo mai avuto una sospensiva su ciò che non esiste", ha spiegato Pedullà.
Il costituzionalista ha sottolineato che il Tar non ha detto che l’ordinanza era infondata. "La legge 833/1978 assegna (anche) ai presidenti di regione dei poteri straordinari in materia di tutela della salute pubblica e il decreto legislativo 112/1998 ve ne ha trasferito le funzioni amministrative", ha affermato il docente che ha aggiunto che "poteri straordinari che a maggior ragione, nell'odierno contesto epidemico, devono trovare applicazione. Sul punto, l'art. 3 del decreto legge n. 6/2020 , che ha disposto misure urgenti per affrontare l'emergenza Covid-19, ha attribuito (anche) ai governatori regionali il "dovere" di adottare ogni misura per evitare il propagarsi dell'epidemia, anche con riferimento all'accesso di merci e persone a mezzo di imbarcazioni (art. 1, lett. m). Pertanto, l'ordinanza del presidente della Regione Siciliana appare coerente sia con l'art. 32 della Costituzione, sia con l'azione del governo centrale, i cui rapporti, ex art. 120 Cost., devono essere di leale collaborazione”.
Secondo Pedullà la sospensiva chiesta dall’esecutivo è stata accolta perché nella fase cautelare provvisoria chiesta dal governo il giudice ha ritenuto che l'ordinanza "fosse carente sotto il profilo dell'istruttoria volta a dimostrare l'esistenza di un concreto aggravamento del rischio sanitario legato alla diffusione del Covid-19 tra la popolazione locale quale conseguenza del fenomeno migratorio. Valutazione di mero fatto che però contrasta con quanto notoriamente documentato dai mass media". Nel decreto del Tar, ha specificato il costituzionalista, non si dice che l'ordinanza avrebbe chiaramente esorbitato dalle proprie competenze ma si legge "sembrerebbe esorbitare" dalle proprie competenze. "La certezza del diritto può ammettere soluzioni che possano "sembrare"? O lo sono o non lo sono. Attesa la complessità e delicatezza della questione, coerenza avrebbe imposto, quanto meno, una trattazione non in sede monocratica ma collegiale", ha spiegato Pedullà.
Ma è, inoltre, la questione sollevata da Musumeci che lamenta di non essere state nemmeno udite in giudizio le tesi della regione. In pratica, vi potrebbe essere una lesione del contraddittorio. In merito a questo punto per Pedullà sarebbe stato "più che opportuno soddisfare quanto sancito ex art. 56, comma 2, del cod. ammin., sentendo le parti, così come aveva chiesto la regione. Non vi è aperta lesione del contraddittorio - stante il carattere discrezionale della norma - ma una inopportunità di scelta, specie se si considera non solo l'adozione in totale solitudine da parte di un solo giudice ma anche l'emissione di un decreto tranciante temporalmente". Questo perché il contenuto dell'ordinanza disponeva sino al 10 settembre “mentre l'udienza prossima è stata fissata per una data successiva, ossia il 17 settembre, col fondato rischio di arrivare all'udienza con una carenza d'interesse alla prosecuzione da parte della Regione".
In questo scontro, secondo il giudizio del costituzionalista, il governo centrale avrebbe realmente vinto se "fosse intervenuto tempestivamente a fronteggiare la grave emergenza sanitaria in Sicilia anziché attendere il clamore suscitato dall'ordinanza per alleggerire il livello di gravità sanitario. Dunque a vincere sono state le quotidiane denunce del governatore siciliano". A uscire sconfitto, invece, è il Titolo V della Costituzione "che ancora una volta, nel riparto di competenze, ha mostrato dei seri guasti su ciò bisogna prontamente intervenire, pena continuare ad assistere a degli strappi istituzionali".
Pedullà, infine, ricorda che è possibile che un atto normativo regionale possa lambire spazi di autonomia statale: "Peraltro, l'art. 118, comma 3, della nostra Carta sembra andare nel senso di una apertura verso forme di coordinamento fra Stato e Regioni, anche in materia di immigrazione".
Intanto in Sicilia continuano a sbarcare migranti. L’hotspot di Lampedusa, secondo quanto denuncia Nello Musumeci, è al collasso."Altri 30 sbarchi a Lampedusa. Nell'HotSpot sono di nuovo più di mille: seicento in sole 48 ore", ha dichiarato il governatore. Musumeci non vuole arrendersi e, con un messaggio pubblicato su Facebook, è andato all’attacco: "Se la mia ordinanza non fosse stata sospesa, oggi avremmo una realtà molto diversa. Ma il governo centrale dice che è sua la responsabilità. E allora? Perché non interviene? Ha già coinvolto Bruxelles? Stanno organizzando la ricollocazione dei migranti negli altri Stati europei?". "Il ministro Lamorgese aveva detto che avrebbero avviato il ponte-aereo dal 10 agosto: qualcuno ne ha notizia? Roma sta richiedendo un porto non italiano per la Ocean Viking? – ha aggiunto il governatore - Insomma, se ci tengono così tanto alle loro competenze... dovrebbero fare qualcosa! Anzi, avrebbero dovuto farla per tempo, già a gennaio. Invece, silenzio assordante. Tanto, a pagare tutto questo peso da un decennio è sempre e solo la Sicilia e per prima Lampedusa".
Musumeci ha inoltre ricordato che martedì sull’isola arriverà "la nostra task force per verificare le condizioni sanitarie dell'hotspot. E saranno adottati gli eventuali provvedimenti conseguenti. Con una istruttoria che ha già evidenziato come nessuno abbia previsto gli interventi strutturali per la prevenzione dal contagio già a fine marzo!".
"Dimenticavo- ha concluso il governatore sottolieando uan situazione allarmante- sulla spiaggia di Agrigento hanno ritrovato un barchino. Nessuno a bordo. Sempre per la storia che la condizione di emergenza sanitaria e di pubblica sicurezza è solo una mia suggestione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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