«Laburisti, non parlate di immigrati o vince l'Ukip»

Non toccate il tema immigrazione, se gli elettori ve ne parlano sorvolate e cambiate argomento, ricordate di sottolineare che l'Ukip è più a destra della destra. A cinque mesi dalle elezioni generali, la prova dei nervi tesi nei confronti del partito di Nigel Farage - non solo tra i conservatori al governo, ma anche ai vertici dell'opposizione - è contenuta in 33 pagine di consigli sfoderate dal partito di Ed Miliband a un gruppo selezionato di deputati laburisti. Il documento, segreto fino a che il quotidiano di area conservatrice Telegraph non ne ha diffuso ieri il contenuto, è praticamente un'ammissione di debolezza senza precedenti per il Labour su uno dei temi, l'immigrazione, che faranno la differenza a maggio, quando il partito si giocherà il ritorno a Downing Street.

La rivelazione sul decalogo intitolato «Fare campagna contro l'Ukip» arriva nel giorno in cui il leader laburista Ed Miliband promette, se sarà lui a essere eletto primo ministro, il pugno di ferro contro chi sfrutta gli immigrati: carcere per i datori di lavoro che impiegano gli stranieri a salario e condizioni più basse dei residenti britannici. Peccato che sottobanco il partito inviti invece i propri rappresentanti a evitare «di scrivere proattivamente (cioè senza la certezza che l'elettore ne sia interessato) sul tema dell'immigrazione» perché la diffusione di eventuali volantini sull'argomento «rischia di indebolire l'ampia coalizione di supporto di cui abbiamo bisogno per tornare al governo». Visto che «l'immigrazione non è un'area in cui il Labour ha il più ampio vantaggio» - ammette il partito - «meglio spostare la conversazione su altri temi sui quali abbiamo una politica chiara». Anche perché, spiegano i vertici: Farage attrae «ex sostenitori laburisti che pensano che il partito li abbia abbandonati» e «l'Ukip può incassare ampi consensi in molti seggi Labour».

Poi l'identikit degli elettori più predisposti a cadere nella rete dell'Ukip: «Lavoratori esausti», «impiegati in lavori a bassa specializzazione o disoccupati», tra i 47 e i 66 anni, non laureati e che vivono in una delle aree a più forte immigrazione, lo Yorkshire. Infine la «regola generale: troppa importanta all'argomento (immigrazione) non si traduce in un vantaggio elettorale per noi». In sostanza, bocche cucite: più si parla di immigrati, peggio finirà per il Labour.

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