Anche se ha ottenuto una proroga di tre mesi per le villette, dopo le parole di Draghi è ormai chiaro che il Superbonus del 110% avrà vita breve: «I prezzi necessari per le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché la misura toglie l'incentivo a trattare sul prezzo», ha detto ieri. Del resto i dubbi sulla misura erano già cominciati a serpeggiare nei mesi scorsi in seno al governo. Il bonus permette ai proprietari degli immobili di cedere i loro crediti d'imposta alle banche in cambio di liquidità.
Secondo le parole di Draghi confermate dai dati di Enea però con la detrazione dello Stato non c'è stato più alcun interesse a contenere i costi delle offerte da parte delle imprese che gestiscono le ristrutturazioni e l'efficientamento energetico. Enea ha calcolato che per lavori come pareti, infissi, impianti, i costi sarebbero ormai raddoppiati. Oltre a essere una conseguenza dell'aumento di domanda e dei costi delle materie prime c'è anche il fatto che i proprietari possono contare sul rimborso della spesa. Sempre secondo gli ultimi dati, riportati dal Corriere, l'aumento medio sulle caldaie a condensazione sarebbe stato del 286%, sulle schermature solari del 225% e sugli infissi del 208%.
Nonostante la misura sia stata pensata per rilanciare l'edilizia - a novembre si contavano 30mila imprese in più rispetto al 2019 - restano ancora molte ombre. C'è il tema della cessione del credito, nonostante nell'ultimo decreto bollette siano stati allentati i vincoli imposti alle banche - è stata prevista un'ulteriore cessione del credito oltre alla terza che era già stata approvata - gli istituti hanno continuato a non accettare nuovi crediti fiscali avendo già raggiunto la soglia massima. E anche se truffe allo Stato hanno riguardato molto di più altre agevolazioni, soprattutto il bonus facciate, e solo una minima parte il Superbonus - appena il 3%, secondo i dati forniti dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini - le molteplici indagini della Guardia di Finanza hanno riguardato proprio la cessione dei crediti sui bonus edilizi. Sono circa 4,4 miliardi di euro i crediti inesistenti individuati dopo gli accertamenti dell'Agenzia delle Entrate. Le frodi hanno riguardato soprattutto la creazione di false società e lavori mai effettuati. La Finanza ha sequestrato 2,3 miliardi di euro per irregolarità di presunti furbetti che avrebbero gonfiato le spese dei lavori e incassato denaro pubblico. Il Superbonus del 110% però è più resistente alle truffe, perché ha un doppio livello di controllo che limita richieste di detrazione per lavori mai fatti o condomini inesistenti, oppure per fatture gonfiate con accordi tra imprese e cittadini. La norma prevede infatti che si debba presentare un visto di conformità rilasciato da un commercialista o consulente lavoro e l'asseverazione da parte di un tecnico abilitato della congruità delle spese sostenute. Ma oltre al ministro dell'Economia Daniele Franco, l'11 febbraio scorso ancora il premier aveva parlato del tema delle truffe: «Quelli che oggi dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso... beh, questi sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli».
Una delle truffe più cospicue scoperte negli ultimi mesi risale all'8 marzo scorso, quando la Guardia di Finanza su mandato della procura di Napoli ha sequestrato 83 milioni di euro di crediti d'imposta fittizi originati da un Consorzio che operava nel settore edile e che fungeva da general contractor.
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