Con l'alleanza tra Farinetti e Petrini l'impero del food è affare renziano

Gli sponsor di Matteo aprono a Bologna la Disneyland del cibo

Con l'alleanza tra Farinetti e Petrini l'impero del food è affare renziano

Roma - Noi che idealizziamo la cucina casereccia come la mamma solo da poco abbiamo scoperto le grazie dell'agroalimentare. Il panino fossile da baretto lascia spazio alle infinite declinazioni della neonata ristorazione gourmet. Ma anche ai troppi (finti) bistrot con hipster al seguito dove ci sentiamo molto parigini. In quest'ambito Eataly, e ancora prima Slow Food, hanno aperto la strada alla qualità. Perché mangiare bene è la prima cosa. E la notizia del matrimonio tra due big capricciosi come Oscar Farinetti (patron di Eataly) e Carlo Petrini (ideatore dell'associazione Slow Food) per l'apertura bolognese di Fico, primo Parco sul cibo, un progetto che prevede 25 ristoranti, mercati e botteghe, fa notizia perché sa di impero e di imbattibilità. Ma soprattutto fa ancora parlare di Matteo Renzi. E ti pareva.

Che Farinetti fosse suo simpatizzante si sapeva da quando aveva annunciato l'apertura di Eataly Firenze (maggio 2013 in via Martelli), chiamando Farinetti «il mio amico Oscar». Così amico da pagare di tasca sua l'affitto del PalaIsozaki in occasione della tappa torinese del tour renziano. Quanto a Petrini si è scoperto renziano sin da quando lo appoggiò alle elezioni primarie. In realtà pare avesse in mente la Puppato. Stavolta il conto di questa Disneyland mangereccia a 11 chilometri da Bologna l'ha pagato soprattutto il Comune di Bologna, 40 milioni di euro. Il resto l'hanno messo gli enti previdenziali (35), le Coop (10 milioni) e Banca Imi (5 milioni). Obiettivo, una decina di milioni di turisti all'anno.

Per far questo la strategia è cibo. E soprattutto altro. Perché non è detto che tutti abbiano voglia di spendere con l'aria che tira. Così si potrà girare gratuitamente in bicicletta tra gli stand, assistere a convegni, andare a lezione di cucina. E assistere alle creazioni degli chef stellati. Cracco e Canavacciuolo sono già stati prenotati con largo anticipo. Insomma, si cerca la massa in vena di struscio.

Sembrerà un parco giochi questo F.i.co, ovvero «Fabbrica italiana contadina». Un monumento a Eataly in mezzo a svincoli e viadotti, a una radura larga e lunga 72 ettari, due volte la città del Vaticano. L'aveva detto Farinetti: «Sarà la Disneyland per il cibo tricolore, datemi 100 milioni di euro, un treno veloce e vi porto 10 milioni di donne, bambini e uomini». E ancora: «Non più un Eataly che va a Boston, Chicago o Riad a cercare di offrire le eccellenze italiane sul luogo, ma un Eataly in Italia talmente grande e importante che farà venire la voglia a quei cittadini di salire su un aereo e venirci a trovare».

In effetti l'operazione presenta numeri davvero imponenti: ottantamila

metri quadrati di superficie, 10 aule didattiche, 2mila aziende coinvolte, 3mila nuovi posti di lavoro. Tra le aziende ci sarano Lavazza, Venchi, Granarolo, Consorzio Parmigiano Reggiano, Balocco. Inaugurazione il 4 ottobre.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica