A Lampedusa è di nuovo il caos. L'hotspot è tornato a essere off limits con circa 1.200 ospiti a fronte di una capienza di 350. E mentre si riflette - ma ancora non ci sarebbero dei piani concreti - su come svuotare la struttura, nell'amara consapevolezza che si tratterà solo di un respiro momentaneo, atto per lo più a garantire il turn-over ai migranti che presto affolleranno nuovamente il centro, il silenzio dei buoni(sti) «sinistri» anche sulle condizioni non consone dell'accoglienza ai migranti fa indignare. Solo poche settimane fa l'hotspot era stato in emergenza con la presenza di oltre 2mila migranti in situazioni precarie e disagiate, tra bagni stracolmi e spazzatura in ogni dove. Senza nessun ostacolo frapposto ai viaggi della speranza e senza regola alcuna per gli arrivi se non quella di autorizzare gli sbarchi senza se e senza ma e condurre nei porti i migranti intercettati in mare, le partenze sono continue e aumenta il rischio che si registrino dei naufragi o che qualcosa vada storto. Com'è accaduto nelle ultime ore: sono 5 i morti rinvenuti a bordo di un peschereccio alla deriva soccorso a 124 miglia dalla Calabria dalla nave mercantile Nordic, da 3 motovedette della Guardia costiera e da un'unità della Guardia di finanza. Le persone soccorse sono 674, alcune delle quali recuperate erano in acqua. Sono state trasbordate su nave Diciotti della Guardia costiera. Il primo avvistamento è stato effettuato da un velivolo da pattugliamento marittimo P72A impiegato dalla Marina militare, ed è intervenuto anche un aereo di Frontex. La Diciotti era stata già impegnata, con altre motovedette della Capitaneria di porto, anche nel recupero di altri migranti che erano a bordo di diversi natanti e, in una di queste attività, si è reso necessario l'intervento di un elicottero partito dalla base aeromobili della Guardia costiera di Catania, per effettuare l'evacuazione medica di una donna. Dei 674 migranti, in 179 sono stati fatti sbarcare a Messina, tra cui i 5 cadaveri, 154 a Crotone, gli altri tra Catania e Portopalo di Capo Passero.
Tra partenze da Libia e Tunisia e approdi è un autentico caos. Solo dalla mezzanotte di sabato a ieri mattina sono arrivate a Lampedusa 522 persone in 16 sbarchi. E se a ciò si aggiunge che mancano le regole - presenti solo sulla carta dopo i recenti accordi di Lussemburgo - riguardo alla redistribuzione dei migranti, allora il quadro è completo. Ed è funesto. Nella maggiore delle isole delle Pelagie, l'emergenza è iniziata nella mezzanotte di sabato con l'approdo di 4 tunisini, tra cui una donna, a Cala Pisana con un gommone partito dalla Libia e altri due natanti con 14 e 13 tunisini partiti dalla Tunisia. Vicino Capo Ponente è stato intercettato un barcone con 33 siriani ed egiziani. In 111 di diversa nazionalità (afghani, nigeriani, senegalesi, eritrei, etiopi, somali, pakistani) sono stati intercettati vicino Lampedusa, dove il giorno prima erano approdati in 350. E la lista dei micro sbarchi è molto lunga. Non potevano mancare le Ong, pronte a far sbarcare in Italia il loro carico umano. Sea Watch 3 fa sapere di avere preso a bordo 428 migranti, tra cui anche una donna incinta di 9 mesi e una persona con gravi ustioni. Prossimamente, la nave di bandiera tedesca chiederà un porto sicuro. All'Italia ovviamente. Questa nuova ondata di sbarchi presta l'assist per avviare la campagna elettorale che tra i nodi cruciali vedrà proprio la gestione del fenomeno migratorio che, nella sua amministrazione di obbedienza supina ai dictat dell'Ue del governo appena decaduto, ha fatto salire il 2022 sul podio tra gli anni più neri in quanto a sbarchi, con 34.013 arrivi (dati del Viminale aggiornati al 22 luglio) a fronte dei 25.552 dell'anno prima e dei soli 10.903 del 2020.
È il leader della Lega, Matteo Salvini, a lanciare un tweet sull'argomento: «Il 25 settembre gli italiani potranno finalmente scegliere di cambiare: tornano sicurezza, coraggio e controllo dei confini. Vinciamo le elezioni e il primo decreto sicurezza sarà zero clandestini in giro». Altri esponenti leghisti puntano il dito contro la gestione del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
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