L'ansia (vip) da Apocalisse: l'ultima moda è farsi il bunker

Finanzieri, registi, tycoon spendono milioni in rifugi anti-atomici a cinque stelle. Vendite cresciute del 700%

L'ansia (vip) da Apocalisse: l'ultima moda è farsi il bunker

Tredicimila metri quadrati, due piani, 110 stanze, tre ingressi e una cucina in grado di ospitare fino a 500 persone. Non si tratta di un hotel a cinque stelle, ma del più grande bunker anti atomico d'Europa. Si trova ad Affi, poco più di tremila anime in provincia di Verona, ed è stato battezzato West Star. Costruito negli anni della guerra fredda dalla Nato, è rimasto attivo per uso militare fino al 2010. E ora, dopo aver subito ripetuti atti di vandalismo, lo Stato lo ha inserito nella lista dei beni da alienare. Insomma, da vendere o regalare a chiunque sia in grado di valorizzarli.

Un'opportunità più che mai attuale in un momento storico nel quale minacce terroristiche e crisi internazionali stanno letteralmente facendo schizzare il mercato immobiliare legato a questi rifugi inespugnabili. Negli Stati Uniti vip e persone facoltose hanno da tempo puntato sulla loro sicurezza. Facendosi costruire bunker personali sotto casa o nascosti fra deserti e montagne. Proprio come quello di Affi, mimetizzato nelle viscere del monte Moscal e progettato per essere completamente autonomo in caso di attacco nucleare, con tanto di aria interna filtrata senza contatti con quella esterna, vasche per l'acqua potabile, filtri, docce antiradiazioni e sistema antisismico.

A investire di più in questo settore sono i guru della Silicon Valley. Dal fondatore di Alibaba, Jack Ma, all'imprenditore Kim Dotcom Schmitz. Ma nella lista dei clienti ci sono anche il miliardario azionista di Facebook Peter Thiel, il regista di Hollywood James Cameron, il tycoon dell'acciaio Alexander Abramov e il magnate della finanza William Foley. Tutti hanno scelto luoghi più o meno sperduti per creare le loro case sotterranee a prova di bomba nucleare. Una delle mete più ambite sembra essere la Nuova Zelanda, con i suoi spazi remoti e incontaminati, che la rendono il luogo ideale per sopravvivere all'Apocalisse. Secondo gli ultimi dati, tutto il settore negli Stati Uniti sta crescendo in modo esponenziale: solo nel 2016 le vendite di bunker sono aumentate del 700 per cento rispetto all'anno prima. Emblematico è il caso della Undergroud Bomb Shelter, azienda Usa specalizzata nella vendita di rifugi anti aereo e bunker, che ha visto schizzare i propri affari del 400 per cento. E questo nonostante si parli di beni non proprio alla portata di tutti. Un rifugio può costare da un minimo di 39mila a un massimo di 20 milioni di dollari, in base a grandezza, dotazioni e sistemi di sicurezza. Eppure c'è chi è disposto a spendere queste cifre da capogiro.

«Bill Gates ha enormi rifugi sotto ognuna delle sue case, a Rancho Santa Fe e Washington. Per questi ricchi, qualche milione non è nulla, è solo una nuova forma di assicurazione", ha rivelato di recente Robert Vicino, fondatore di una società che costruisce bunker nell'Indiana. Spiegando che questi rifugi sono percepiti come nuove forme di assicurazione, a moltissimi zeri.

La pensano così anche James e Lachlan Murdoch, i figli del magnate delle telecomunicazioni Rupert. I due rampolli si stanno facendo costruire una super villa nei boschi del Canada. Nel progetto nulla è stato lasciato al caso.

Chi lo ha visto ha raccontato che la residenza sarà completamente autonoma, con generatori e pannelli solari, una propria sorgente d'acqua, una riserva di caccia e una serra per coltivare l'orto. Tutto l'occorrente per guardare con un po' più di ottimismo a un futuro che per i «comuni mortali» sembra sempre più incerto.

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