Reati contro la pubblica amministrazione, bancarotta e caporalato: sono queste le condanne in via definitiva che la commissione parlamentare Antimafia intende inserire nel nuovo Codice di autoregolamentazione delle candidature. La bozza del documento, che doveva essere discussa oggi, verrà esaminata giovedì 10 gennaio, quando la commissione si riunirà a Palazzo San Macuto. Il codice definisce i criteri di candidabilità, che stabiliscono quali persone si siano presentate alle elezioni in reagola con la legge. Sulla base di questo documento vengono poi stilate le liste degli "impresentabili".
Il codice venne varato nel 2014 dall'organo presieduto allora da Rosy Bindi e prevedeva che fossero dichiarati "impresentabili" i candidati condannati per concussione, corruzione, istigazione alla corruzione, estorsione, usura, riciclaggio e scambio politico-mafioso. Il documento, tuttavia, non ha valore legislativo e non può obbligare all'incandidabilità o all'ineleggibilità.
Ora, il codice verrà aggiornato dalla commissione guidata da Nicola Morra, che ha deciso di inserire tra i reati che ostacolano la candidatura, anche quelli contro la pubblica amministrazione. Ma non solo. Infatti, nella bozza del codice, visionata dall'Ansa, secondo quanto rende noto il Fatto quotidiano, i reati che determinano l'innominabilità comprenderanno anche "le fattispecie che nelle più recenti innovazioni legislative sono stati ritenuti particolarmente allarmanti o che costituiscono illeciti". Tra questi è inserito anche il reato del caporalato, la tratta di persone e la bancarotta fraudolenta.
La prima
applicazione del nuovo codice, più restrittivo di quello del 2014, riguarderà le elezioni in Abruzzo, previste per il 10 febbraio: l'Antimafia analizzerà le liste dei candidati e renderà noto quali non sono in regola col codice.
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