L'assalto che piace a sinistra: 60mila l'anno

Tanti sarebbero i nuovi cittadini con il ddl. E subito italiani 800mila ragazzi

L'assalto che piace a sinistra: 60mila l'anno

Roma - Al rientro dalla pausa estiva, il 4 settembre, le Camere riaprono con un calendario pieno di leggi a rischio approvazione. E tra queste c'è lo ius soli. Dopo il rinvio all'autunno, annunciato da Gentiloni, il percorso del disegno di legge, a due anni dal primo via libera della Camera, si preannuncia pieno di ostacoli. Pesano le migliaia di emendamenti firmati dalla Lega e i veti incrociati di M5s, Forza Italia e Area popolare. Il ddl introduce uno ius soli temperato con diritto alla cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia, purché uno dei due genitori sia in possesso di permesso di soggiorno permanente (se extracomunitari) o di permesso di lungo periodo (se comunitari) e dunque sia residente nel nostro paese legalmente e in via continuativa da almeno 5 anni. Non basta. Può acquisire la cittadinanza anche il minore nato da genitori stranieri oppure arrivato in Italia prima dei 12 anni quando abbia frequentato nel nostro paese un percorso formativo per almeno 5 anni.

Qualche dato per capire la portata dell'eventuale legge. Secondo l'Istat, al 1 gennaio 2016 i minori stranieri nel nostro Paese sono circa un milione, oltre un quinto della popolazione straniera complessiva. Si tratta, in maggioranza, di ragazzi nati in Italia che frequentano le nostre scuole e chiedono il riconoscimento della propria identità italiana. Due le vie percorribili per ottenere il passaporto: nascere in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno residente da 5 anni e in possesso del permesso Ue di lungo periodo (ius soli), oppure arrivare in Italia entro il dodicesimo anno di età e frequentare un ciclo scolastico per almeno 5 anni (ius culturae). In entrambi i casi, l'acquisto della cittadinanza italiana si realizza mediante «dichiarazione di volontà», espressa all'ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore da parte di un genitore. Ma, se passasse la riforma, quanti sarebbero i nuovi cittadini? Per i ricercatori della Fondazione Leone Moressa i nati stranieri negli ultimi 17 anni sono 976mila. E circa il 65% delle loro madri risiede in Italia da più di 5 anni, dunque sarebbero 634.592 i ragazzi aventi diritto alla cittadinanza. A questi andrebbero aggiunti i 166mila studenti nati all'estero, che hanno completato 5 anni di scuola in Italia. Insomma, oltre 800mila ragazzi diverrebbero italiani. Non basta. Ogni anno oltre 58mila nuovi cittadini potrebbero beneficiare della riforma: «È possibile calcolare una quota di 50mila potenziali nuovi italiani ogni anno per ius soli, cioè nati in Italia da genitori lungo-soggiornanti e di 12mila per ius culturae, cioè nati all'estero che abbiano studiato qui 5 anni».

Concludendo, saranno oltre 800mila i potenziali beneficiari immediati della riforma della cittadinanza.

L'introduzione dello ius soli temperato e dello ius culturae consentirà, inoltre, la naturalizzazione di quasi 60mila nuovi italiani ogni anno, sommando i figli di immigrati nati in Italia e i nati all'estero che completano un quinquennio di scuola. Una riforma che avrà dunque un forte impatto sulla popolazione italiana (già di per se una con la densità abitativa più alta in Europa...) riconoscendo la cittadinanza all'80% dei minori stranieri residenti.

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