L'assassino di Chiara si impicca in cella prima dell'interrogatorio

Emanuele Impellizzeri era recluso nel carcere di Verona. Il movente resta così un mistero

L'assassino di Chiara si impicca in cella prima dell'interrogatorio

È uscito di scena lasciando dietro di sé molti interrogativi. E lo ha fatto a poche ore dall'interrogatorio in cui avrebbe dovuto spiegare perché, meno di un mese fa, ha ucciso Chiara Ugolini.

Emanuele Impellizzeri, una vita puntellata da problemi con la giustizia, ieri si è tolto la vita in carcere a Verona, dove era recluso per l'omicidio della sua vicina di casa. Era stato trasferito a Montorio dall'istituto di pena di Sollicciano, dove era finito 23 giorni fa, quando i carabinieri avevano interrotto il suo tentativo di fuga. Ma il killer di origini catanesi, sposato e padre di una bambina di 7 anni, alle 5.30 di ieri si è impiccato. Il trentottenne era stato bloccato dalla polstrada il 6 settembre, mentre percorreva l'A1 su una Yamaha R1, sperando di sfuggire alle sue responsabilità.

Impellizzeri, che abitava e lavorava in una carrozzeria a Calmasino di Bardolino, era incastrato in un matrimonio che stava finendo e aveva precedenti per rapina, reati contro il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale, tanto che era in affidamento ai servizi sociali. Quella maledetta domenica è entrato a casa della 27enne Chiara Ugolini dal balcone. La giovane, con una passione grande per la pallavolo, laureata un anno fa a Padova in Scienze Politiche, aveva fatto il turno di mattina a Garda nel negozio di abbigliamento del fidanzato, Daniel Bongiovanni. Poi era rincasata per riposarsi un po'. Lei e il compagno presto si sarebbero trasferiti a Lazise, dove stavano ristrutturando un appartamento.

Lui non vedendola tornare per il turno di sera si è preoccupato. Ha provato e riprovato a chiamarla, poi alle 20 ha fatto ritorno nella loro abitazione e l'ha trovata morta. Poco prima Impellizzeri l'aveva sorpresa, entrando dal balcone. Non si sa cosa sia scattato nella mente del killer. L'ha brutalmente aggredita. Chiara ha cercato di ribellarsi, come più tardi hanno dimostrato i graffi sulle braccia di lui. Ma l'uomo l'ha spinta a terra, facendole perdere i sensi, le ha fatto ingoiare della candeggina e le ha messo in bocca lo straccio imbevuto dello stesso liquido, dopo averle sferrato alcuni pugni all'addome.

Lei era in biancheria intima e forse questo ha fatto scattare un raptus sessuale nella mente dell'assassino. «Ho sentito l'impulso di entrare in casa», ha detto Impellizzeri agli investigatori che l'hanno arrestato. Il movente non era stato del tutto chiarito, però, e ora l'assassino non parlerà più.

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