L'ennesimo schiaffo ai cattolici

E per fortuna che il premier Conte veniva visto come una creatura del Vaticano pronto a prendere ordini da cardinali o diocesi pugliesi

L'ennesimo schiaffo ai cattolici

E per fortuna che il premier Conte veniva visto come una creatura del Vaticano pronto a prendere ordini da cardinali o diocesi pugliesi. Il divieto della celebrazione delle messe nella Fase 2 rappresenta un tale sfregio da mettere in discussione l'intera ratio di una pacchetto di misure confuse e sgangherate.

Il presidente del Consiglio chiede in diretta ai cittadini di sopire rabbia e rancore facendosi scudo di tecnici e scienziati. Ma quale uomo o donna di scienza gli avrà mai raccomandato di sprangare le chiese, considerate evidentemente l'unica bomba sociale in grado di spandere il virus? Si ribellano i vescovi che denunciano apertamente una violazione della libertà di culto. Parole che fanno rabbrividire, che rimandano ai moderni martiri della Chiesa, silenziati o soppressi da regimi totalitari di ogni colore. La ministra della Famiglia Elena Bonetti è allibita, persino un super laico come il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci parla di atto incomprensibile.

Questo governo che ama presentarsi dietro i rassicuranti completi blu di Conte è in realtà il vero moltiplicatore della rabbia popolare. Sono settimane che nella maggioranza giallorossa continuano a sgorgare fiotti da lotta di classe anni Settanta. Contro i liberi professionisti, definiti falliti che hanno studiato troppo se si riducono a mendicare 600 euro. Contro gli industriali, accostati in tutti i tavoli tecnici e sindacali a banditi ottocenteschi che sfruttavano i fanciulli nelle filande in nome di un profitto incontrollabile.

Ci mancavano pure le pulsioni anticlericali. Le messe inutili, pericoloso veicolo di contagio del Covid 19, assembramenti eversivi da interrompere con l'irruzione in chiesa dei carabinieri. Nella sua estenuante elencazione di dettagli e categorie, il «rassicurante» Conte si appassiona alla salute dei beniamini dei tifosi calcistici, ma lascia in quarantena parroci e religiosi.

Finge di parlare ai nostri cuori e invece calpesta le nostre anime, nega l'incontro con Dio, una parola di conforto, un'eucarestia per la cura di se stessi, per il miracolo di essere sopravvissuti, per lenire il dolore di chi ci ha lasciati, stritolato dai polmoni secchi e sgonfi. Magari arriverà presto una retromarcia, ma ricordiamoci di questo paternalismo sudamericano che con la scusa di curare la nostra salute ci vieta di pregare davanti a un crocefisso più prostrato che mai.

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