Ma l'esperto vede la riscossa a fine anno

Mazziero Research prevede che da settembre il pil potrebbe arrivare a +1,2%

Ma l'esperto vede la riscossa a fine anno

Chi in questi giorni fosse in cerca di buone notizie in economia non ne troverà nei mercati né nei giudizi delle agenzie di rating, in arrivo a giorni. Comunque non nel 2022, che sarà ricordato come un anno nero. Ma il tono può cambiare se ci si sposta su analisti che si muovono sul medio e lungo termine. Dando per scontato il peggio per i mesi a venire (gli investitori già lo fanno come dimostra il tonfo dei mercati di ieri), si può immaginare un dopo. Un cambio di passo improvviso e consistente, con performance maggiori anche rispetto a prima della crisi sanitaria globale innescata dal coronavirus.

L'ultimo aggiornamento delle stime di crescita di Mazziero Resarch vanno in questa direzione. Maurizio Mazziero è a capo dell'istituto di analisi indipendente che prende il suo nome e si è ricavato uno spazio nel mercato delle previsioni economiche grazie all'affidabilità delle previsioni. Sue quelle sulla probabile recessione tecnica, primo anche ad attribuire un segno meno alla crescita complessiva del 2020.

Per quest'anno lo scenario descritto nell'ultimo report è tra i più pessimisti. L'estensione della zona rossa, la limitazione delle attività nell'area più produttiva del Paese, porterà «un forte calo del Pil nel primo trimestre e seppur in misura minore anche nel secondo trimestre». Quindi confermata la recessione tecnica (che si verifica quando per almeno due trimestri di seguito il Pil segna un calo) fino al secondo trimestre. Per Mazziero, tuttavia, «nel terzo trimestre si dovrebbe già assistere a una ripresa che potrebbe portare il Pil trimestrale in positivo; dal quarto trimestre si innesterà invece una forte ripresa che durerà anche nei primi mesi del 2021». Il Pil di fine anno rimarrà negativo. La previsione è tra le peggiori in campo: tra -2,5% e -3,0% rispetto al 2019. Ma la ripresa prevista per il quarto trimestre fa pensare a una crisi limitata ad un periodo preciso e a una reazione altrettanto veloce e potente. Fino all'1,2% in più, contro un secondo trimestre che rischia di segnare un calo di 5 punti.

«Questa ripresa è dovuta a una normalizzazione dell'attività lavorativa e dei consumi, oltre a una ricostituzione delle scorte industriali. Lo choc di domanda e offerta porterà le aziende a ripensare molti dei processi che hanno mostrato criticità durante il periodo di crisi, in particolare la catena delle forniture (supply chain)».

Quindi, la necessità di riempire i magazzini riporterà in alto gli ordinativi e il lavoro. La crisi stessa porterà le aziende a ripensare ai modelli organizzativi che hanno creato problemi nella fase acuta della crisi e questo, in prospettiva ancora più a lungo termine, farà aumentare la produttività.

Buone notizie in giornate tragiche per l'evoluzione del virus e per l'economia. Le stesse previsioni di Mazziero dipendono da un'incognità di non poco conto.

«L'incertezza connessa allo sviluppo dell'epidemia» e un eventuale allargamento della zona rossa potrà «indurre ulteriori variazioni al ribasso». Tutto dipende dall'emergenza sanitaria. Se il coronavirus non sarà sconfitto, l'economia non si riprenderà.

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