Letta: "La Meloni cerca d'incipriarsi Ma è amica di Vox". Lei: misoginia da parte del Pd

Enrico Letta incassa l'appoggio di Più Europa, accende un nuovo terreno di scontro con Giorgia Meloni e si tuffa sul dossier candidature

Letta: "La Meloni cerca d'incipriarsi Ma è amica di Vox". Lei: misoginia da parte del Pd

Enrico Letta incassa l'appoggio di Più Europa, accende un nuovo terreno di scontro con Giorgia Meloni e si tuffa sul dossier candidature. Il 14 agosto è in programma la direzione nazionale del Pd per trovare la quadra tra le correnti. Il segretario dei democratici studia gli incastri tra listino e uninominali. Sembra tramontata, nonostante il pressing della corrente di sinistra, l'ipotesi di riprendere una trattativa con i Cinque stelle per un accordo in extremis nei collegi uninominali. C'è solo un piccolo spiraglio aperto. Il presidente della Camera Roberto Fico sta sondando con Francesco Boccia, responsabile nazionale Enti locali del Pd, il terreno per riaprire la trattativa. La chance sono pari a zero. Lo stop alle candidature di Raggi, Di Battista e Casalino sono segnali arrivati dalla fronda pro-dem nei Cinque stelle. Si tenta. Letta e Conte sono irremovibili. E la candidatura di Carlo Cottarelli, annunciata con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, conferma la distanza tra Pd e M5s. La priorità è chiudere nelle prossime 48 ore il dossier. Con un centrodestra in netto vantaggio è scattata la fuga dai collegi uninominali. Sono tutti alla ricerca del paracadute nel listino proporzionale. I collegi contendibili sono pochi. E Letta non vorrebbe rischiare i big nel maggioritario. Ecco perché il leader dem ha provato a guadagnarsi la ribalta insultando la leader Fdi Giorgia Meloni, scivolando su una gaffe sessista: «Meloni sta cercando di incipriarsi ma è amica di Vox», dice sul posizionamento filo atlantico di Fratelli d'Italia. «Al netto della misoginia che questa frase tradisce - replica la Meloni - non accetto lezioni dagli alleati degli eredi dell'Urss». E sulle accuse di fascismo replica: «La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche. E senza ambiguità è ovviamente anche la nostra condanna del nazismo e del comunismo».

Polemiche a parte, Letta ha diversi problemi da risolvere, due solo in Campania: De Luca jr e Di Maio. Per il parlamentare uscente Piero De Luca, figlio del governatore, non ci sarebbe posto nel listino bloccato. Papà Vincenzo già minaccia. Letta teme una ritorsione dello sceriffo a suon di monologhi stile De Luca. In Campania dovrebbero essere catapultati i big Dario Franceschini e Debora Serracchiani. E poi c'è Enzo Amendola, sottosegretario uscente la cui candidatura è caldeggiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli uscenti Valeria Valente, Paolo Siani, Lello Topo e Umberto del Basso de Caro non mollano. Per De Luca ci sarebbe la roulette russa del collegio uninominali. In Campania c'è un secondo grattacapo da risolvere: la candidatura di Luigi di Maio. A Di Maio è stato offerto il collegio di Pomigliano d'Arco, un tempo feudo rosso. Ma oggi la partita è incerta. Di Maio vuole un posto sicuro. Magari in Emilia. Dove già c'è la folla di candidati. E dove però il governatore Stefano Bonaccini minaccia lo sciopero del voto se dovessero arrivare candidati stranieri catapultati. Va trovato un posto per il ministro degli Esteri. Si vocifera di un collegio in Trentino Alto Adige. Nel collegio che fu nel 2018 di Maria Elena Boschi. Sono ipotesi sul tavolo. Marco Meloni, il braccio operativo del segretario, studia le opzioni. Il tempo stringe e c'è da sciogliere il nodo anche su Michela De Biase, moglie del ministro Dario Franceschini. Il nome, tra i candidati della federazione romana, crea imbarazzo. Lei si sfoga: Descrivermi come la moglie di è in primo luogo ingiusto e, cosa molto più grave, è frutto di una cultura maschilista che vuole raccontare le donne non attraverso il loro lavoro, la loro storia ma attraverso l'uomo (marito, padre, fratello) che hanno accanto». Letta fissa la road map: «Sono convinto che siamo in grado di partire con la campagna elettorale con determinazione. Dobbiamo definire le liste e vogliamo farlo entro Ferragosto così da essere operativi da subito, essere sul territorio e incontrare le persone», spiega nel corso della conferenza con Bonino e Della Vedova.

Sullo strappo con Calenda, il segretario preferisce sorvolare, evidenziando: «Sono contento e anche un po' emozionato ad essere qui a cominciare una nuova grande e bella avventura con Della Vedova, Bonino e Cottarelli. Abbiamo deciso di partire con la massima determinazione possibile, con unità di intenti assolutamente naturale, spontanea».

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