L'Europa ha fretta: stallo da superare

L'Europa ha fretta: stallo da superare

di Giancarlo Mazzuca

Figlio di cotanto padre Serge, psicologo di fama mondiale -, Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici, sta analizzando da vicino il decorso della crisi di nervi attraversata da un partner come l'Italia paralizzata dal lunghissimo stallo politico. Se, da una parte, infatti, la crescita economica sta rallentando, con riflessi particolarmente negativi per il 2019, dall'altra è di nuovo scattato l'allarme rosso sul debito pubblico. In questo caso, per una ragione molto semplice: si sono, nel frattempo, azzerate Padoan, se ci sei batti un colpo - le misure promesse da Roma sul contenimento del disavanzo. Insomma, l'impasse istituzionale comincia a far registrare forti contraccolpi anche sul fronte economico. Ma siamo proprio sicuri che il quadro sia già così nero per il Belpaese? Per avere conferma delle mie impressioni sulla situazione congiunturale, ho voluto ascoltare due campane diverse: quella del presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e quella del numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia.

Cominciamo dal primo. Secondo l'uomo di Strasburgo, non ci sono dubbi: la situazione si fa seria, molto seria. A suo parere «il nostro debito pubblico altissimo e la crescita economica debole spaventano i Paesi dell'Eurozona». Ecco perché, sempre secondo Tajani, «serve un governo che, nello stesso tempo, rassicuri i nostri interlocutori e faccia contare di più l'Italia a Bruxelles». È pure significativo il fatto che il presidente dell'Europarlamento riconosca che, a livello comunitario, siamo ancora considerati di serie B ma la premessa al suo discorso è stata un'altra: «Tutti hanno bisogno di un'Italia forte politicamente ed economicamente».

Il leader degli imprenditori di viale Astronomia appare un po' meno tranchant nel suo giudizio. «È comprensibile la preoccupazione di Bruxelles per lo stallo della situazione politica in Italia, ma che occorresse tempo per definire un quadro oggettivamente difficile da comporre era risaputo». Ora, però, siamo arrivati ai supplementari e il tempo comincia davvero a stringere «perché ci sono questioni importanti, come la definizione del nuovo bilancio europeo, che non possono vedere il nostro Paese distratto o distante».

E, alla fine, anche Boccia è sulla medesima linea di Tajani: «L'essenziale è che non ci siano ancora vuoti di potere e che l'Italia sappia far valere i propri interessi per il bene della collettività». Avrei potuto sentire altri addetti ai lavori, ma la minestra sarebbe stata la stessa: fa bene l'Unione europea a metterci il sale nella coda. Non c'è più tempo da perdere.

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