La lezione arriva da Londra: tagliare le tasse sulla casa

Il premier Cameron azzera le imposte per immobili acquistati fino a 125mila sterline Un messaggio di ottimismo rivolto al mercato immobiliare che in Italia ci sogniamo

La lezione arriva da Londra: tagliare le tasse sulla casa

Gli esperti inorridiscono e avvertono gli inglesi che saranno necessari «tagli colossali», nuove lacrime e nuovo sangue, e che il governo li riserverà cinicamente al periodo post elezioni. Ma quel che l'esecutivo guidato da David Cameron ha voluto lanciare nel suo Autumn statement - la manovra d'autunno presentata alla Camera dei Comuni dal Cancelliere dello Scacchiere George Osborne - è il più grande messaggio di ottimismo al mercato immobiliare degli ultimi decenni, la mossa di maggior impatto elettorale del piano economico e quella che in queste ore sta traumatizzando l'opposizione laburista. Home sweet home , casa dolce casa, specie sotto il cielo del Regno Unito dove dalla mezzanotte di mercoledì la riforma dello stamp duty , l'imposta sulle transazioni immobiliari, darà sollievo al 98 per cento dei nuovi acquirenti. Azzerata del tutto sulle prime 125mila sterline dell'intera quota d'acquisto, crescerà proporzionalmente e ammonterà al 2% per la restante parte fino a 250mila sterline, e avanti del 5% per un acquisto fino a 925mila, del 10% per abitazioni fino a un milione e mezzo di sterline e del 12% per quelle ancora più costose. Risultato, riferisce Osborne: un taglio alle tasse pari a 800 milioni di pound l'anno (oltre un miliardo di euro) e di circa 5.600 euro sull'acquisto di un'abitazione del valore medio di 275mila sterline (350mila euro).

La mossa è una convincente strizzata d'occhio ai nuovi acquirenti, un sostegno alle «aspirazioni» dei cittadini - ha spiegato Osborne - dunque al sogno per eccellenza (non solo quello dei britannici): la casa. È un modo, tra l'altro, per corteggiare gli elettori laburisti delle classi basse e medie. «L'imposta cresce su quel 2% di case più costose - chiarisce il ministro dell'Economia e delle Finanze Osborne per dimostrare di aver chiesto ai «ricchi» di fare la loro parte - ma l'aumento avviene solo in fase d'acquisto e dunque quando gli interessati hanno il denaro a disposizione», precisa per confortare i propri elettori, i benestanti Tory. Poi l'affondo agli avversari laburisti, spiazzati dalla strategia del governo dopo aver proposto di introdurre una nuova imposta, la mansion tax sul valore annuale delle case oltre i 2 milioni di sterline: «Ci muoviamo in netto contrasto con coloro che vogliono colpire le pensioni e il lavoro e l'abitazione con nuove tasse. È un approccio che rigettiamo del tutto». Così Osborne fa apparire i laburisti come i soliti tassatori sfrenati e primi fomentatori della lotta di classe contro i ricchi. E li mette spalle al muro costringendoli ad appoggiare il piano per l'abbassamento dell'imposta sulla casa, come il Cancelliere dello Scacchiere ombra Ed Balls è stato costretto ad annunciare.

Un piano ben riuscito. Specie perché legato a un'altra mossa a effetto: l'annuncio dell'introduzione della cosiddetta «Google tax», l'imposta al 25% sul fatturato delle multinazionali che spostano le proprie sedi legali verso Paesi a bassa tassazione, con l'obiettivo di eludere il Fisco. La riforma sull'imposta sulla casa sarà finanziata proprio dalla «Google tax» e anche da un aumento della tassazione sulle banche per un totale di 4 miliardi di sterline. Musica per le orecchie dei contribuenti inglesi.

Una melodia che ha fatto passare in secondo piano le denunce di opposizione ed economisti sull'indebitamento monstre del Regno Unito, ammesso dallo stesso Osborne, e sui tagli che stanno portando ma soprattutto porteranno la spesa pubblica ai livelli più bassi degli ultimi ottant'anni, ridisegnando completamente l'immagine dello Stato - dicono gli esperti dell'Institute for fiscal studies - e rendendolo praticamente irriconoscibile.

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