Dalla libertà di parola al ritorno di Donald Ma spunta un team per moderare i contenuti

Possibile un cambio di algoritmo. Mr Tesla: un consiglio regolerà i tweet

Dalla libertà di parola al ritorno di Donald Ma spunta  un team per moderare i contenuti

Un po' visionario, un po' genio, parecchio folle. Entrare nella testa di Mr Elon non è facile. «L'uccellino è liberato», ha scritto - naturalmente su Twitter e dove sennò? - per ufficializzare l'acquisto del social network. Ma che vuol dire liberato per Musk? Non è un dettaglio secondario. Non è solo il gioco di un multimiliardario. Perché Twitter, oltre a essere un passatempo, è diventato negli anni il principale strumento di comunicazione di massa del mondo. Dalla politica allo sport, passando per la cronaca, racconta, di fatto, in tempo reale quello che succede nel mondo. E cosa accadrà nel prossimo futuro interessa tutti, non solo gli smanettoni della Rete. E tra l'altro, dall'Ucraina di recente, passando per Taiwan e Iran, più volte lo stesso magnate si è impicciato, facendo più caos che altro, in questioni politiche di primo piano.

Il fatto che sappia di cosa si troverà tra le mani non è garanzia di successo per quello che accadrà. E che molti storcano il naso pensando che l'uomo più ricco del pianeta dovrà gestire una responsabilità «proletaria» di tale livello conta relativamente. Musk si è più volte presentato come «assolutista della libertà di parola» e «contrario alla censura» e proprio questo sarà uno dei dossier più caldi che dovrà gestire. Va bene la libertà di dire quel che si vuole, ma il cosiddetto hate speech e tutti i messaggi di odio o di incitazione alla violenza (vedi Trump bannato dal social), non è accettabile per nessuno. Ieri in un tweet ha dettato la linea parlando di un «Consiglio per la moderazione dei contenuti pubblicati formato da componenti dalle opinioni ampiamente diverse» e aggiungendo che «nessuna decisione importante sui contenuti né ripristino di account avverrà prima dell'insediamento del Consiglio». Questo per quanto riguarda gli utenti bloccati o da bloccare ma il tycoon avrebbe anche in mente di sostituire l'attuale algoritmo. L'ipotesi è che l'utente sarà libero di eliminare i contenuti che lo offendono, in modo da «isolare» chi scrive cose estreme. «Oltre ad aderire alle leggi del paese, la nostra piattaforma deve essere calda e accogliente con tutti», ma non un posto «dove si può dire qualunque cosa senza subirne le conseguenze», ha detto nei giorni scorsi. E proprio il comportamento che terrà nei confronti dell'ex presidente Donald Trump sarà una sorta di manifesto programmatico per Musk.

Tra i primi passi già dichiarati del neo boss, c'è l'intenzione di contrastare gli account falsi, i bot creati per veicolare messaggi di propaganda di vario tipo, da quella politica alla pubblicità. Secondo gli ormai ex vertici, i bot erano solo il 5% del totale, Musk (che ordinò l'indagine) rispose con l'esplicita emoticon della cacca, convinto che siano molti di più. Fondamentale per lui sarà anche risolvere i guai economici del social, con l'ipotesi di mettere a pagamento un abbonamento privo di messaggi pubblicitari (che rappresentano il 90% delle entrate) e l'ansia dei dipendenti di perdere il posto di lavoro. Musk ha anche lanciato un messaggio agli inserzionisti per rassicurarli, da buon business man, anche se il suo progetto va oltre e come già fatto con Tesla e Space X, guarda avanti. Forse troppo? Fatto sta che il miliardario sudafricano punterà all'innovazione.

E nella sua bulimia esternatrice, ha ipotizzato di creare dalla base Twitter «X», un app che servirà per tutto: dalla messaggistica istantanea ai social media, fino ai pagamenti digitali sul modello della cinese WeChat, già scaricata da più di un miliardo di persone. Si vedrà. Questo come tutto il resto. Di certo Mr Elon non si è fatto amare dalle masse finora. Ora per lui c'è un test social globale. Male che vada, gli resta lo spazio. Forse.

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