L'impegno di Draghi: 45 milioni di vaccini ai Paesi poveri nel 2021

Al summit globale sul Covid Biden stanzia 500 milioni di fiale. L'Italia farà la sua parte

L'impegno di Draghi: 45 milioni di vaccini ai Paesi poveri nel 2021

Altro che i dibattiti, tra lo stucchevole e il ripetitivo, sul Green Pass e i distinguo sui vaccini. La sfida mondiale è la vaccinazione degli abitanti dei paesi poveri. Rendere disponibile il siero a livello globale, e prepararsi alle pandemie del futuro. Lo dice Joe Biden, presidente Usa, durante il vertice sulla pandemia tenutosi a margine dell'assemblea generale dell'Onu a New York. L'America - ha annunciato Biden - stanzierà oltre 350 milioni di dollari per aiutare la distribuzione dei vaccini contro il Covid nei Paesi più poveri del mondo.

E per l'Italia si fa sentire il premier Mario Draghi. «Dobbiamo aumentare la nostra preparazione per fronteggiare le pandemie del futuro, dobbiamo aumentare la capacità produttiva di vaccini e di strumenti sanitari in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi più vulnerabili ha spiegato Draghi -. Noi sosteniamo il piano dell'Unione Europea di donare un miliardo di euro per sviluppare la capacità manifatturiera in Africa e promuovere il trasferimento di tecnologie. Noi accogliamo anche l'agenda Usa-Ue per favorire i nostri comuni sforzi per una vaccinazione globale», ha proseguito il capo del governo italiano intervenendo al Global Covid-19 Summit, durante la settimana di alto livello dell'Assemblea generale dell'Onu. L'Italia donerà «45 milioni di vaccini» ai paesi più poveri della Terra. Il tutto - ha annunciato Draghi nel suo intervento in videoconferenza - «entro la fine dell'anno».

L'obiettivo, sottolineato anche dal Presidente del Consiglio, è la «vaccinazione globale». Un tema che sarà anche al centro del G20 previsto a Roma a fine ottobre. L'organismo, presieduto quest'anno dall'Italia, lavorerà anche «per superare le diseguaglianze» nella distribuzione dei vaccini. Un ostacolo alla piena uscita dall'emergenza mondiale. Perché senza i vaccini nei paesi più poveri, il Covid rimarrà un nemico per tutto il Mondo. L'orizzonte entro cui operare è il programma Covax, sostenuto dalle Nazioni Unite. Per Draghi è necessario uno sforzo «più generoso» per il progetto Covax. La Covax Facility, supportata dall'Onu, si prefigge di rendere disponibili due miliardi di dosi di vaccini anti-COVID-19 ai Paesi che vi partecipano entro la fine del 2021, comprese almeno 1,3 miliardi di dosi per le economie a basso reddito. Nel suo intervento l'ex governatore della Bce si è concentrato soprattutto sull'aspetto della distribuzione dei vaccini. Infatti la distribuzione potrebbe pesare più della produzione sulla riuscita della campagna di vaccinazione globale. Dall'Africa ai paesi più poveri dell'Asia e dell'America Latina, dove ci sono le maggiori difficoltà nell'immunizzazione.

«Va superato - ha detto il premier - l'insufficiente

coordinamento con le autorità finanziarie. Il G20 si coordinerà con l'Oms, la Banca mondiale e altre organizzazioni internazionali. Accogliamo con soddisfazione la proposta degli Stati Uniti di creare un fondo finanziario».

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