L'indignazione fuori realtà dei vip social

È un po' come il metaverso di Facebook, ma un po' in versione Grande Fratello Vip. Un luogo virtuale, avulso dalla realtà, nel quale alla fine la si deve pensare tutti alla stessa maniera, pena l'eliminazione tipo XFactor.

L'indignazione fuori realtà dei vip social

È un po' come il metaverso di Facebook, ma un po' in versione Grande Fratello Vip. Un luogo virtuale, avulso dalla realtà, nel quale alla fine la si deve pensare tutti alla stessa maniera, pena l'eliminazione tipo XFactor. Già, proprio quello.

Sul ddl Zan le truppe televisive hanno scatenato la controffensiva: lo ha fatto Antonella Clerici mescolando indignazione e ragù nel suo mezzogiorno di Rai Uno, lo hanno fatto due giudici del talent di Sky aprendo la prima puntata dei live con un pippone non richiesto. A Emma Marrone («una brutta pagina della nostra storia»), ha replicato più compostamente Mika sull'Italia che lui ama e che lo ha accolto (gli altri due hanno taciuto, chissà). E mentre la leader di casa Ferragnez si è lanciata con stile in un «siamo governati da pagliacci senza palle» - forse non sapendo che una cosa è il governo (che governa appunto), altro è il Parlamento -, al coro si sono aggiunte voci di star internazionali, tipo Darryl Hannah («Vergogna») e Jennifer Beals («Schifoso»). Una perfetta analisi politica, senza chiedersi un perché.

Diciamolo: il metaverso è un po' abituato al televoto a senso unico, eppure la realtà ha le sue logiche, magari non sempre corrette, ma almeno guidate dal buon senso. Che poi sarebbe, diciamolo sottovoce, il sentimento della maggioranza silenziosa. E allora: esiste un giusto mezzo tra l'indignazione cantata e suonata e la sguaiata caciara politica? Tra le lacrime di coccodrillo e le ovazioni da stadio, neanche il Senato fosse diventato il peggior bar di Caracas? Ebbene dovrebbe. Il buon senso dice che una tutela contro chi è discriminato esiste già, ma visto che i tempi cambiano forse andrebbe rafforzata. Aggiunge però e lo dice anche chi da quel decreto era garantito - che il testo del ddl Zan doveva essere corretto. Si è andati invece allo scontro, ed ecco il risultato: una classe politica incapace di trovare la sintesi su temi importanti e un paese virtuale che reclama la supremazia su quello reale. Quello a cui magari piace un XFactor senza proclami e con più canzoni, quello di un popolo che esiste e che va garantito nei confini di una civiltà in cui chi sbaglia deve giustamente pagare, ma non solo perché la pensa diversamente.

E in ogni caso, al metaverso dei Vip, si dovrebbe spiegare che lo sdegno a boccuccia di instagram si può misurare con uno strumento: si chiama legge di iniziativa popolare, basta raccogliere delle firme. Se invece non ci si vuole misurare con il mondo reale, chissà mai si scopra quant'è complicato, si deve lasciar fare a Parlamento. Si chiama, in questo mondo, democrazia.

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