L'Eurogruppo all'Italia: "Correggere il deficit"

Prima la Cancelliera, ora il presidente dell'Eurogruppo: "Torneremo sull'Italia a marzo per valutazione finale". Ma Padoan non ci sta

L'Eurogruppo all'Italia: "Correggere il deficit"

"Occorre che i paesi facciano tutto il possibile per colmare ciò che manca" per rispettare le regole del patto di stabilità. Il diktat arriva dal presidente dell'Eurogruppo Jeroen Djisselbloem in riferimento ai casi di Italia, Francia e Belgio. "Viste le circostanze la Commissione ha deciso di concedere più tempo per rispettare gli impegni di bilancio fissati dal patto di stabilità e crescita: i paesi devono ascoltare bene tali indicazioni. Il rispetto delle regole del patto di stabilità e crescita è cruciale per la fiducia all’interno dell’Eurogruppo e fuori. Torneremo su questi tre paesi a marzo per una valutazione finale", ha detto l'olandese.

Che poi ha aggiunto: "Deve essere chiaro che questi paesi devono fare tutto quello che possono per colmare i divari che hanno". "Mentre riconosciamo che circostanze economiche eccezionali e inflazione molto bassa hanno complicato il target di riduzione del debito e il rispetto della regola, l’alto debito resta motivo di preoccupazione e servono misure efficaci per migliorare lo sforzo strutturale", scrive l’Eurogruppo a proposito dell’Italia. L'Italia deve compiere uno sforzo di correzione strutturale del deficit pari al valore dello 0,5% del Pil, si legge nel documento conclusivo della riunione dell'Eurogruppo. "Secondo la Commissione - si legge nel testo di conclusioni - lo sforzo fiscale strutturale nel 2015 sarà pari allo 0,1% del Pil, quando è richiesto uno sforzo dello 0,5% sotto braccio preventivo" della procedura d'infrazione.

"La differenza tra gli sforzi di correzione del deficit tra 0,5% del Pil richiesto e lo 0,1% è di 0,4%. Se questo 0,4% deve essere colmato con nuove misure o no sono due possibilità". Così il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, a proposito della legge di stabilità del governo. "Sono poche le opzioni a disposizione: o misure più efficaci o nuove misure o accordi con la Commissione su alcune misure", ha detto in conferenza stampa al termine della riunione dell'Eurogruppo.

La risposta del governo è arrivata a stretto giro di posta. "La critica rivolta all’Italia dei troppi annunci e pochi fatti non è più fondata: certamente il premier ha annunciato molte riforme, ma molto di ciò è già in vigore, ha detto il ministro dell'Economia Padoan. Che poi ha fatto l'esempio della riforma del lavoro, "già ratificata in Parlamento, e pronta per essere attuata" e della riforma fiscale "approvata a marzo". Altre cose come la nostra riforma dell’amministrazione possono dare effetti solo progressivamente".

Il monito dell'Eurogruppo arriva all'indomani dell'entrata a gamba tesa della Cancelliera Angela Merkel che ieri aveva tuonato: "Le riforme in Francia e in Italia sono insufficienti". Bacchettata che ha fatto infuriare Renzi e il governo.

"Forse la Cancelliera Merkel - dice il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi - potrebbe concentrare la sua attenzione sulla domanda interna, sulla mancanza di investimenti o sugli squilibri della bilancia dei pagamenti tedesca. Sarebbe un contributo importante all’Europa".

Pensiero condiviso anche dal sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio: "La logica dei compiti a casa è finita. Basta pagelle. Ciascuno metta ordine in casa propria prima di guardare nella casa degli altri. Il debito italiano è sostenibile», mentre l’eccesso di surplus tedesco crea problemi agli altri".

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