Alitalia, Ilva, Autostrade e soprattutto Mes. Il governo è impantanato su vari temi e sul fondo-Salva Stati rischia di crollare. Il Pd di Nicola Zingaretti fa pressing nei confronti di Giuseppe Conte affinché convinca il M5S a cedere, ma a sopresa il premier sembra essersi allineato sulle posizioni dei pentastellati.
Conte, come spiega Il Messaggero, rischia di pagare lo scotto delle divisioni che stanno indebolendo il M5S e preferisce non inimicarsi l'ala movimentista di Alessandro Di Battista, fermamente contraria all'uso del Mes. Il premier, pertanto, vorrebbe evitare che il fondo-Salva Stati non fosse oggetto del voto sulla risoluzione che verrà presentata in Parlamento il prossimo 15 luglio. Forza Italia e +Europa, infatti, presenteranno mozioni proprie e, se il Mes passasse grazie ai voti decisivi delle opposizioni "responsabili", si certificherebbe che il governo non ha più una maggioranza autonoma che lo sostiene.
Zingaretti, invece, da presidente di Regione, preme per l'utilizzo del Mes per avere moneta fresca da spende per l'ammodernamento delle strutture sanitarie del Lazio. Ma non solo. In qualità di segretario di partito vuole accelerare sul cambio di passo promesso un anno fa e batte casse su alcuni nodi come la prescrizione, i decreti Sicurezza e le opere pubbliche per tacitare il dissenso della minoranza e respingere al mitttente le accuse di subalternità arrivate dal presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Nelle intenzioni del segretario del Pd, il premier Conte sarebbe dovuto diventare 'il nuovo Prodi' che dovrebbe guidare la nuova coalizione di centrosinistra, ma democratici e pentastellati non riescono neppure ad allearsi per le Regionali di settembre. Ed ecco, dunque, prendere corpo l'ipoteso di puntare a un cambio al vertice: Luigi di Maio al posto del premier Conte. "Tornare a puntare sull'attuale ministro degli Esteri resta l'ultima chance che ha il Pd per non tornare al voto e i 5S per non tornare quasi tutti a casa anzitempo", scrive Marco Conti sul Messaggero.
Secondo fonti de ilGiornale.it vicine al M5S questa ipotesi non appare credibile. "Questi sono rumors che probabilmente sono stati lasciate passare dal Pd per mettere pressione al governo sul Mes.
Tutto può succedere, ma sebbene Di Maio abbia ancora un peso dentro il Movimento, il premier Conte è una figura abbastanza solida e il Pd con personaggi di enstablishment come Franceschini e Orlando non è disposto a lasciare Palazzo Chigi a un esponente pentastellato. Sarebbe, poi, anomalo fare una mossa che potrebbe ricompattare e rafforzare ulteriormente il M5S, proprio nel momento più difficile", ammettono amaramente i grillini.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.