"L'Italia al centro del traffico di profughi"

L'Organizzazione mondiale per le migrazioni: "Lungo le vostre coste record di sbarchi dalla Libia"

"L'Italia al centro del traffico di profughi"

Una fitta rete logistica dell'accoglienza da mettere in piedi nei centri costieri, una manciata di immobili inutilizzati da trasformare in luoghi per i soccorsi e un'identificazione rapida e certa, l'impiego massiccio di forze dell'ordine per predisporre un cordone di sicurezza e il rafforzamento dei pattugliamenti in mare: così la Puglia si prepara in vista di un possibile esodo di massa, nonostante le ultime parziali rassicurazioni del ministro dell'Interno Angelino Alfano.

E mentre l'Europa si accinge a sigillare la rotta balcanica e oltre 150mila migranti restano intrappolati in una trincea della disperazione scavata da frontiere chiuse in attesa di riprendere un viaggio che potrebbe riportarli in Turchia, nel Salento si muovono i primi passi per tentare di reggere l'urto. Un piano è stato abbozzato ieri nel corso di un vertice in prefettura a Lecce, dove si sono riuniti i sindaci di dodici comuni della provincia. Al termine dell'incontro convocato dal prefetto Claudio Palomba si è deciso di procedere con la compilazione di un elenco delle strutture da utilizzare per la macchina dell'accoglienza: alcune, come l'ex carcere di Maglie, sono già state individuate, altre saranno scelte nei prossimi giorni. «Ma in ogni caso non possiamo essere abbandonati all'emergenza, spero che il governo faccia la sua parte», dice Luciano Cariddi, sindaco di Otranto, dove si trova il «Don Tonino Bello», l'unico centro attualmente attivo nel Salento. E a questo proposito il governatore Michele Emiliano lancia una stoccata verso Palazzo Chigi: «Attendo che qualcuno mi faccia sapere qualcosa», dichiara.La verità è che i contatti a livello investigativo e diplomatico proseguono sotto traccia. E l'accelerazione delle ultime ore ha prodotto effetti: già da martedì dovrebbero essere impiegati in Albania una ventina di poliziotti di frontiera italiani, che saranno dislocati nelle zone maggiormente esposte.

E' solo il primo passo. Perché dopo l'incontro a Roma tra Alfano e il ministro dell'Interno albanese Samir Tahiri è stato messo a punto un progetto di cooperazione che prevede l'allestimento di strutture per l'accoglienza dall'altra parte dell'Adriatico e l'invio di uomini e mezzi dall'Italia per fronteggiare una nuova offensiva degli scafisti. Chi invece lamenta scarsa collaborazione è il presidente macedone Gjorge Ivanov, che in un'intervista al quotidiano tedesco Bild punta l'indice contro Germania e Ue rivelando di aver proposto uno scambio di informazioni su presunti jihadisti senza però ricevere risposta. «Si è persa completamente di vista la sicurezza nella gestione della crisi», afferma Ivanov. Il quale, ricordando i novemila passaporti sequestrati dalle autorità macedoni perché falsi o rubati, sostiene che «molti di coloro che si muovono con queste carte hanno cercato di entrare come combattenti radicali attraverso la rotta dei Balcani».Intanto, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) snocciola numeri drammatici: oltre 146mila persone hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Europa nel 2016 e 455 sono morte nel tentativo di sfuggire alla guerra; nei primi due mesi e mezzo dello stesso anno 137.160 migranti hanno imboccato la rotta tra Turchia e Grecia, ma è in aumento anche il numero di rifugiati dall'Africa.

«Il traffico di esseri umani tra Libia e Italia dichiara Joel Millman, portavoce dell'Oim quest'anno è superiore del 15% rispetto all'anno scorso». Sono oltre un milione i minorenni stranieri in Italia, e preoccupa il numero di quelli non accompagnati. Che ormai sono arrivati a quota dodicimila.

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