La lite poi le martellate. La uccide e va al lavoro

La follia di un autotrasportatore. Ammazza la moglie, l'allarme dato dalla figlia di 10 anni

La lite poi le martellate. La uccide e va al lavoro

Una lite, una delle tante, quasi di routine negli ultimi tempi. Ma, al contrario di sempre, ieri Fabio Trabacchin, 35 anni, autotrasportatore di Cisterna di Latina, ha usato il martello per avere ragione della moglie Luisa Ciotti, sua coetanea. E l'ha uccisa colpendola ripetutamente alla nuca e lasciandola esanime nel letto, mentre la figlia di dieci anni era nella stanza accanto o addirittura ha assistito a tutta la scena.

Non è chiaro se la piccola abbia visto il padre trasformarsi nel carnefice della mamma, perché era sotto choc quando è stata ascoltata dai carabinieri, che si sono preoccupati inanzi tutto di portarla via da quell'orrore. Lei non riusciva a parlare ieri e i militari non hanno voluto approfondire per ora per non torturarla ulteriormente. «Zio vieni per favore - ha detto chiamando il parente - mamma non sta bene, non si alza dal letto», ha detto la piccola. Invece quel letto era già diventato la tomba della madre, che giaceva con la testa fracassata dai colpi.

Cisterna di Latina non è nuova alle tragedie familiari e ha rivissuto ieri lo stesso incubo di sedici mesi fa quando l'appuntato dei carabinieri, Luigi Capasso, sparò alla moglie Antonietta Gargiulo da cui era separato ferendola nel garage dell'abitazione dove viveva la donna e, dopo essersi barricato per ore in casa con le figlie, di 7 e 13 anni, le uccise per poi suicidarsi.

Ieri è stato lo stesso il movente che ha trasformato l'autotrasportatore in un mostro: è crollato solo dopo quattro ore di interrogatorio spiegando di essere stato lui a uccidere Elisa nella loro casa in via Palmarola, nel quartiere popolare San Valentino. Con la donna, casalinga, litigava da tempo e si stava separando. «L'ho uccisa a martellate» ha raccontato agli inquirenti.

I vicini di casa hanno sentito la coppia litigare già dalle 4 e l'omicidio si è consumato prima delle 7. Lei è stata colpita al volto e alla testa. Poi lui è uscito di casa, lasciando la sua auto di sotto, perché un amico era passato a prenderlo per andare al lavoro. La figlia alle 8.30 ha dato l'allarme telefonando al fratello del papà e dicendogli che la mamma stava male. Sul posto è arrivato lo zio, che ha avvertito i carabinieri dicendo di non riuscire a darsi una spiegazione di cosa fosse accaduto. «Si stavano separando, litigavano spesso», ha però ammesso subito agli investigatori. L'autotrasportatore subito rintracciato è tornato a casa, fingendo inizialmente di non sapere nulla di quanto accaduto. Ma dopo aver passato quattro ore con gli uomini del comandante provinciale di Latina, il colonnello Gabriele Vitagliano, è crollato e ha confessato l'omicidio, dicendo di aver anche gettato il martello nelle campagne circostanti. Ma l'arma non è stata ancora trovata.

Sul luogo della carneficina si sono radunati molti residenti di Cisterna. «Noi li vedevamo raramente e mai insieme - ha detto un vicino di casa della coppia -. Conoscevo la ragazza da quando era bambina e mai mi sarei aspettato che potesse finire così, una fine terribile». «Sono rimasto impietrito quando ho saputo quello che era successo - commenta un altro -. Non abbiamo mai sentito litigi ma a vedere quello che è accaduto non sappiamo cosa c'è dietro. Io alle donne dico quando c'è qualcosa che non va denunciate, anche da uomo non posso più sentire queste storie».

Mauro Carturan, in sindaco, invece ha preferito

non rilasciare dichiarazioni, postando sul suo profilo Facebook solo una breve frase: «È il momento del dolore, del silenzio e della riflessione per la nostra città, colpita ancora una volta da una terrificante tragedia».

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