"Lockdown per i No Vax? In Italia non si può fare". Terza dose agli under 60

Locatelli: "Non siamo l'Austria, la Carta non lo consente". Speranza: booster per i 50enni

"Lockdown per i No Vax? In Italia non si può fare". Terza dose agli under 60

Impossibile imporre un eventuale lockdown soltanto ai non vaccinati. A ricordare che la nostra Costituzione non ammetterebbe un obbligo selettivo, come quello che da oggi scatterà in Austria, è il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. Locatelli definisce «non proponibile e non considerabile nel nostro Paese» la misura che da domani sarà applicata in Austria, dove scatterà il lockdown per tutti quelli che non si sono sottoposti al vaccino che non potranno, ad esempio, andare al ristorante o al cinema e in palestra.

La prospettiva di dover tornare a misure draconiane come quelle imposte nello scorso inverno al momento in Italia è lontana. I dati dei contagi sono in salita ma l'ultimo monitoraggio Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) conferma che nella media nazionale le strutture sanitarie non sono sotto pressione. La percentuale di occupazione nell'ultima settimana, 1/7 novembre, è stabile sia nelle terapie intensive, al 4% sia nei reparti ordinari che sono al 6%. Ancora lontani dalla soglia critica rispettivamente del 10% e del 15%.

Quindi anche se l'incidenza dei casi su 100mila abitanti è in risalita a 60,52 contro i 51,63 della settimana precedente è agli altri indicatori che si guarda con attenzione. Ed è lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, a confermare che «se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale come gli altri prima del Covid». Sarà l'eventuale pressione sugli ospedali a far scattare «le misure nei territori, in base al sistema dei colori».

Ma la nostra situazione epidemica grazie al «mix» vaccini e misure di protezione «é la migliore di tutta Europa insieme a quella di Spagna e Portogallo», assicura Locatelli che quindi prevede «un Natale certamente connotato da maggior socialità rispetto a quella dell'anno scorso grazie alla migliore situazione italiana che sulle vaccinazioni è cinque punti sopra la Germania e tre punti e mezzo rispetto alla Francia».

Quindi la via d'uscita dalla pandemia è quella indicata un paio di giorni fa dal ministro Speranza: da un lato allargare la platea dei vaccinati includendo appena possibile anche gli under 12 e dall'altro accelerare con le terze dosi anche per gli under 60. Il via libera dovrebbe arrivare a giorni.

«È chiaro che la strada maestra è questa e dobbiamo continuare a cercare di convincere ancora chi è restio, riluttante o resistente», insiste Locatelli che da pediatra raccomanda anche la vaccinazione per i più piccoli. Anche se raramente anche i bambini sviluppano «forme gravi di malattia o forme persistenti» di Covid e dunque, dice il professore «dobbiamo tutelare la loro socialità, i loro percorsi educativi-formativi. Inutile lamentarci dei risultati dei test Invalsi se non facciamo di tutto per mantenere le scuole aperte».

Sullo stato di emergenza Locatelli preferisce non sbilanciarsi al contrario di quanto aveva fatto nei giorni scorsi il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri ipotizzando un prolungamento dell'emergenza almeno fino a primavera.

«Lo stato di emergenza per motivi legati al Covid, attualmente fissato al 31 dicembre prossimo, può essere esteso al massimo fino al 31 gennaio 2022», dice Locatelli. Per estenderlo oltre il 31 gennaio è comunque necessario varare una nuova legge.

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