Migliaia di bambini da lunedì 30 novembre potrebbero tornare a scuola e ricominciare a sorridere. Sono il piccolo stuolo lombardo delle seconde e terze medie che potrebbero rivedere compagni e professori in presenza. Il condizionale è d'obbligo perché fino a venerdì prossimo non è ancora certo che la Lombardia scatti automaticamente, secondo i criteri ministeriali, in zona arancione. Ma se così fosse, le scuole saranno riaperte. Lo ha garantito l'assessore alla Sanità Giulio Gallera e anche governatore Emilio Fontana. La Regione, infatti, non ha intenzione di porre maggiori restrizioni alla «promozione». Quindi, oltre ai negozi che apriranno le saracinesche probabilmente già dal week end prossimo, ci saranno anche le scuole medie inferiori a riaprire i battenti, non solo le prime, ma anche le seconde e le terze. Certo, i giorni che mancano a Natale sono una manciata, ma è quanto basta per far tirare fiato ai genitori. E per gli alunni sarà una prova generale di rientro a scuola che verosimilmente coinvolgerà l'intero scomparto scolastico a gennaio.
Qualcosa si muove anche in Campania, la prima ad aver blindato l'intero scomparto scolastico travolto dai contagi già da ottobre. In questa regione oggi terminerà lo screening del personale scolastico e domani si dovrebbero riaprire gli asili e pure le elementari, sia pure per gli scolari di prima. È già un tentativo di rientro, sia pure timido e molto scaglionato. La paura di un rialzo dei contagi è tanta, ma la scuola prima o poi va riaperta. E dunque, meglio farla per gradi.
Il resto degli studenti italiani è invece appeso alle decisioni dei palazzi romani. Dove si avverte, in autunno inoltrato, un clima rovente. C'è chi vuole riaprire e subito, chi temporeggia e pensa piuttosto ad aprire gli impianti sciistici. Ma, nonostante le invocazioni del ministro della scuola Lucia Azzolina, il timore è che superiori e atenei riapriranno i battenti a gennaio. E il leader di Italia Viva, Matteo Renzi commenta: «Prima di discutere su quante persone avere a cena a Natale possiamo riaprire i licei?». Anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ritiene che al centro del dibattito politico sulle riaperture dovrebbe esserci la scuola: «È un elemento fondamentale della crescita e del processo formativo dei nostri ragazzi» e, dunque, la riapertura «deve essere una priorità».
Nel governo si discute su un eventuale cambiamento rispetto al decreto attualmente in vigore.
Il timore è che per le scuole superiori la didattica a distanza rimarrà attiva fino al 7 gennaio. Il pericolo di una nuova impennata dei contagi collegata ai trasferimenti e alle relazioni pomeridiane degli studenti, paralizza qualsiasi ipotesi di riapertura da parte del governo.
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