Dopo l'omicidio Raciti libero l'ultrà Speziale. "La mia pena ingiusta"

Antonino Speziale, l'ultrà del Catania condannato per l'omicidio dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti, è un uomo libero

Dopo l'omicidio Raciti libero l'ultrà Speziale. "La mia pena ingiusta"

Antonino Speziale, l'ultrà del Catania condannato per l'omicidio dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti, rimasto ferito mortalmente 13 anni fa durante gli scontri allo Stadio Angelo Massimino durante il derby Catania-Palermo, è un uomo libero. Ha scontato per intero la condanna per omicidio preterintenzionale a 8 anni e 8 mesi di reclusione, nel corso dei quali il suo storico legale, Giuseppe Lipera, ha presentato richieste di anticipata scarcerazione con la concessione degli arresti domiciliari puntualmente rigettate, ma tutto questo tempo non lo ha fatto ravvedere. Speziale continua a sostenere la sua innocenza: «La mia condanna è stata un'ingiustizia sono le prime parole fuori dal carcere di Messina - Chi ha sbagliato pagherà con la giustizia», facendo presagire una qualche azione della difesa.

All'uscita dal penitenziario lo attendevano il padre Roberto e alcuni tifosi del Messina, storici rivali del Catania, che lo hanno salutato con affetto. Malgrado quest'insulto alla memoria di Raciti, quel tragico 2 febbraio 2007 in cui morì l'ispettore capo è una data che rimarrà scolpita nel cuore degli italiani.

Il difensore ha anche richiesto la revisione del processo sostenendo la tesi del fuoco amico, ovvero che a procurare lesioni letali al poliziotto fu l'impatto con una Land Rover della polizia durante gli scontri tra ultras, ma nei diversi processi celebratisi nei tre gradi di giudizio, Speziale, giudicato da minorenne quale era all'epoca dei fatti, è sempre stato giudicato colpevole insieme a Daniele Natale Micale, 32 anni, condannato a 11 anni e tornato libero dopo oltre la metà della condanna scontata a Catania, per avere lanciato contro Raciti un sottolavello in lamierino che lo centrò in pieno.

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