L'obiettivo era individuare i terroristi che dalla Libia cercavano di penetrare in Egitto. Il risultato è stato che i servizi segreti francesi segnalavano mezzi e colonne sospette di contrabbandieri e trafficanti di uomini, che poco o niente avevano a che fare con l'Isis o al Al Qaida, ma diventavano bersaglio dei caccia egiziani. L'operazioni Sirli, secondo i documenti top secret ottenuti dal sito Disclose, specializzato in giornalismo investigativo, avrebbe provocato 19 bombardamenti mirati dal 2016 al 2018 con centinaia di morti civili. Due presidenti francesi, François Hollande ed Emmanuel Macron, erano informati e hanno approvato la missione. I documenti dell'Eliseo, della Difesa e dei servizi segreti pubblicati da Disclose «dimostrano come l'operazione nascosta al pubblico sia stata usata dagli egiziani a favore di una campagna di esecuzioni arbitrarie: Crimini di Stato».
Tutto ha inizio nel 2016 quando l'Isis si è insediato da pochi mesi, a Sirte, sulla costa libica proclamandola «capitale» dello Stato islamico locale. Il 13 febbraio i primi dieci uomini inviati dall'intelligence francese arrivano a Marsa Matruh, una cittadina egiziana sul Mediterraneo ad ovest del Cairo verso la frontiera con la Libia. Il loro visto sarebbe stato turistico per copertura. In realtà sono esperti della ricognizione aerea, in parte militari in servizio ed ex che lavorano per la Cae, una società del Lussemburgo specializzata in comunicazioni e intercettazioni. Il loro compito è perlustrare dal cielo la frontiere libica (1200 chilometri) con un velivolo ad elica Merlin III. Il sito pubblica le foto della ricognizione aerea, che non individua terroristi, ma soprattutto contrabbandieri di carburante, sigarette e altre merci. Oltre a trafficanti di uomini che agiscono lungo le rotte libiche ed egiziane. Una spina nel fianco del regime di Al Sisi gestita dai beduini, che forse serve a finanziare indirettamente il terrorismo pagando dei dazi per il passaggio. Nell'aprile 2016 cominciano a sorgere i primi dubbi: gli ufficiali di collegamento egiziani dichiarano apertamente che «vogliono guidare le azioni dirette contro i trafficanti». Il 12 settembre la squadra francese individua un convoglio di trafficanti, che poi viene bombardato dagli egiziani. Le segnalazioni si susseguono e poco dopo intervengono gli F 16 egiziani. Pierre de Villiers, il capo di stato maggiore francese, riceve un rapporto molto chiaro: gran parte degli obiettivi individuati nel deserto egiziano «non hanno collegamenti con il terrorismo. Si tratta semplicemente di contrabbandieri beduini». Spesso, però, i beduini aiutano le organizzazioni del terrore nel traffico di armi e per l'infiltrazione dei kamikaze.
Il 5 luglio 2017 viene ucciso per sbaglio un ingegnere del Cairo, Ahmed El-Fiky e due suoi colleghi, che non avevano a che fare neppure con i trafficanti di merci e uomini, ma sono stati inceneriti lo stesso dai caccia egiziani.
«Il problema del terrorismo non è mai stato affrontato» si legge in una nota del dipartimento dell'intelligence militare di Parigi. I militari hanno informato i vertici politici senza risultati evidenti. Secondo Disclose personale francese sotto copertura opererebbe ancora nel deserto egiziano al confine con la Libia.
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