Il capo sardina Mattia Santori ha sempre una risposta pronta per tutto: così, invitato da "Agi" ad esprime un commento circa la bufera che si sta abbattendo sui CinqueStelle, riesce anche a trovare il modo di spiegare per quale ragione i suoi pesciolini si trovino ora a nuotare in acque meno sicure.
La quasi totale scomparsa del movimento bolognese in periodo di emergenza sanitaria è stata notata da tutti. Così come sono stati poi evidenti i primi malumori sorti all'interno del gruppo di attivisti, con alcuni ormai pronti ad intraprendere la via politica ed altri saldamente ancorati all'idea originaria. Nella confusione più totale, Santori è presto passato da "Le sardine si prendono una pausa di riflessione" a "Non ce ne siamo mai andati".
Ma c'è una giustificazione per tutto questo, e il leader dei pesciolini furiosi la fornisce proprio parlando dei dissidi interni dei pentastellati. Come i CinqueStelle si trovano ora in difficoltà dopo essersi allontanati dal credo iniziale, così le Sardine hanno incassato un duro colpo a causa del Coronavirus, che ha impedito loro di riunirsi nelle piazze d'Italia a causa del distanziamento sociale. Ed è lo stesso Santori a spiegare questa tesi: "Il compromesso con le altre forze politiche, dunque l’abbandono dell’idea pura delle origini, è stato per i 5 Stelle come il Covid per le Sardine colpite al cuore per diverse settimane dal distanziamento sociale imposto dall’epidemia".
"Ogni volta che si imbastardisce un’idea, quell’idea si indebolisce. Il dibattito interno ai CinqueStelle ed è la stessa cosa avvenuta in piccolo nelle Sardine, è tra chi difende l’idea originaria e tra chi questa idea non basta più perchè si è stancato", spiega dunque Santori ad "Agi". "Dal mio punto di vista, e lo penso anche per le Sardine, credo che se qualcuno non si trova bene dentro alle proprie radici, debba trovarsi un altro albero. Io sono sempre per la purezza dell’idea. L’idea originaria, per quanto vada sviluppata, va rispettata, altrimenti si perdono le radici e l’albero muore".
Sarebbe dunque il compromesso ad aver rovinato i CinqueStelle, continua il capo sardina, più che mai intenzionato ad evitare la stessa fine al suo banco di pesciolini. Da qui la decisione di stilare un elenco di valori, un vero e proprio manifesto, da seguire per evitare pericolose derive. Santori ha deciso di restare legato alle piazze: nessuna intenzione di trasformare Le Sardine in un partito politico. Tutto deve restare esattamente com'era all'inzio, quando quattro giovani avevano dato vita alla celebre manifestazione di piazza Maggiore per rispondere alla kermesse della Lega al PalaDozza.
"Il problema è semplicemente uno, e avviene anche nelle Sardine. Ad un certo punto quando una realtà si consolida si entra nel meccanismo in cui si guarda di più alla bandiera o ai nomi rispetto alla direzione che si intende prendere", prosegue Santori. "È più una lotta di correnti che di pensieri. I CinqueStelle degli albori avevano una grande potenza. La loro caratteristica era la partecipazione attiva nella vita democratica all’interno della propria formazione politica. Hanno riempito un vuoto e ribaltato delle percentuali elettorali come in Italia non si era mai visto prima. Purtroppo per loro è andata male e ora devono rimisurarsi e capire cosa si può salvare. Pagano le conseguenze per non aver mai definito un campo politico. Va bene non essere nè di destra nè di sinistra, però, ad un certo punto devi scegliere anche da quale parte stare".
Una considerazione che stona un po', dal momento che a dirla è il capo di un movimento che fino ad ora ha sempre dichiarato di non volersi schierare. Ma Le Sardine, ricorda Santori, sono un'altra cosa: "Noi nasciamo a servizio della politica e loro come piazza antipolitica, e questa è una differenza originaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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