L'ultimo addio della gente comune e del premier

La moglie non piange. Il sindaco di Somma: Mario era un galantuomo, ucciso da un animale

L'ultimo addio della gente comune e del premier

Non piange, ha dignità, quella dignità grande che accompagna la moglie di un carabiniere, un fedele servitore dello Stato.

Rosa Maria Esilio (nella foto con il premier Giuseppe Conte, ndr), 33 anni, aveva lasciato la farmacia a Napoli per seguire Mario Cercello Rega e il 13 giugno, a Somma Vesuviana, lo aveva sposato nella chiesa di Santa Maria del Pozzo. Poi stretta a lui, al termine della funzione religiosa, era passata sotto il tunnel di spade, alzate dagli amici carabinieri. Ieri invece la giovane donna era sola. C'erano gli stessi amici, saliti venerdì dalla Campania, ma con lei vegliavano il feretro nella cappella di Monte di Pietà, dove è stata allestita la camera ardente per l'ultimo saluto al carabiniere ucciso venerdì. Quando Rosa Maria dieci anni fa si era innamorata di lui, aveva capito subito che avrebbe sposato anche la sua divisa, quella che il trentacinquenne amava tanto. Ma ieri era annientata dal dolore. Ha accolto la bara all'ingresso, senza riuscire a smettere di accarezzarla. Poi si è seduta e ha continuato a fissarla con gli occhi tristi gonfi di lacrime, quasi potesse vedere Mario sotto la cassa di legno avvolta dal tricolore. Sopra un cero e la foto di sorridente e attorno 4 colleghi in alta uniforme, a formare il picchetto d'onore. Vicino alla giovane sposa c'erano invece la mamma della vittima, Silvia, sorretta dai figli, Paolo e Lucia. Avevano saputo da poco il risultato dell'autopsia, che parla di undici e non otto coltellate, inferte con un coltellaccio di 20 centimetri e di un'emorragia, che ha strappato Mario alla vita. A rendere omaggio al vice brigadiere anche una delegazione di 30 uomini e donne della polizia di Stato, guidata dal vicequestore vicario di Roma Rossella Matarazzo e dal capo della squadra mobile Luigi Silipo, accolti dai vertici del Comando provinciale dei carabinieri, in particolare dal generale Francesco Gargano e dal comandante della stazione dei carabinieri di piazza Farnese Sandro Ottaviani, dove la vittima prestava servizio. Poi sono arrivati il comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri e il premier Conte, il sindaco Raggi e il prefetto Gerarda Pantalone. Decine le corone di fiori depositate anche nella chiostrina della cappella. Ci sono quelle inviati del Reparto carabinieri del Consiglio di Stato, dai colleghi del commissariato Trevi e una grande di rose rosse recapitata dai commercianti di via dell'Anima, la strada dietro piazza Navona vicino alla stazione di piazza Farnese, dove il carabiniere prestava servizio. Gli esercenti che lo chiamavano «Angelo di Campo de' Fiori» ieri c'erano tutti, insieme a centinaia di romani in fila sotto la pioggia.

«Chi lo ha ucciso è un animale - ha detto il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno uscendo dalla camera ardente -.

Non infanghiamo il nome di Mario era un galantuomo, un umile servitore dello Stato che ha pagato a caro prezzo per il suo lavoro». Oggi alle 11 tutte le trasmissioni Rai osserveranno un minuto di silenzio e alle 12 Raiuno trasmetterà i funerali dalla chiesa di Santa Croce di Somma Vesuviana.

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