L'avvicinarsi delle elezioni amministrative ha sempre rappresentato e continua a essere motivo di forte agitazione all'interno del Movimento 5 Stelle. La spiegazione è semplice: non solo i consensi a livello nazionale stanno calando progressivamente, ma è nelle città che i grillini hanno incassato le loro sconfitte peggiori. Adesso, data la scarsa presenza sui territori e una identità politica che si è persa, si temono percentuali di consenso catastrofiche. Ma i numeri sono choc ancor prima dei risultati elettorali e mettono in evidenza come il nuovo corso di Giuseppe Conte stia provocando altri danni nel M5S.
Tra candidati e simbolo
Il primo dato che non può passare inosservato è sintomo dello scarso stato di salute in cui sta versando il Movimento 5 Stelle: come sottolineato dal Messaggero, non c'è un solo candidato a sindaco grillino nei 26 Comuni capoluogo che il 12 giugno saranno chiamati alle urne. C'è un altro aspetto da considerare: solo in 13 compare il simbolo pentastellato. Conte spera di evitare debacle, ma i numeri risicati sono assolutamente da mettere al conto.
Ad esempio lo scorso anno a Milano il Movimento 5 Stelle ha ricevuto meno del 3% delle preferenze, facendosi sorpassare addirittura dall'ex grillino Gianluigi Paragone. Situazioni di questo tipo non saranno di certo fantapolitica alle prossime elezioni amministrative. Un altro esempio rilevante è il fatto che il M5S sia scomparso da Parma, il primo Comune "conquistato" nel 2012. Ma c'è chi mette già le mani avanti: sconfitte pesanti non sarebbero da attribuire a Giuseppe Conte, ancora impegnato nella riorganizzazione del Movimento. Una scusa per mascherare il vero problema: la sfiducia degli elettori verso i grillini.
Le alleanze con il Pd
Sono poche le realtà in cui i 5 Stelle si presenteranno da soli. Su 26 capoluoghi è stato siglato l'accordo in coalizione con il Partito democratico in 18, ma senza un candidato proprio. Il centrosinistra largo potrà vantare di essere compatto ad esempio a Genova, La Spezia, L'Aquila, Frosinone, Padova, Como, Lodi, Asti, Taranto. I giallorossi puntano a migliorare il 20 a 6 subito nel 2017. Francesco Boccia del Pd ha indicato l'obiettivo: "Quel che conta è che siamo uniti nel 70% dei grandi Comuni. Vogliamo bissare la vittoria dello scorso anno quando, presentandoci uniti, sconfiggemmo il centrodestra quasi ovunque".
Enrico Letta e Giuseppe Conte sanno benissimo che le elezioni amministrative di giugno saranno l'ultimo test per la tenuta della coalizione prima delle politiche del 2023.
I giallorossi sperano di poter confluire in un'unica area politica raggruppando altre anime di centrosinistra, ma le divergenze in molti casi risultano essere profonde e le dinamiche territoriali prevalgono su quelle nazionali. "Non abbiamo sottoscritto un documento che ci vincola e ci blinda in una alleanza col Pd", ha infatti chiarito Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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