M5S, cresce la fronda interna anti Di Maio. Pronto anche un nome

Alcune decine di parlamentari sarebbero pronti a far scattare il piano per pugnalare Di Maio, sostenendo un nuovo governo senza il Movimento 5 Stelle

M5S, cresce la fronda interna anti Di Maio. Pronto anche un nome

Molti si domandano quanto durerà il governo. Non è facile prevederlo, di certo dipenderà da quello che sarà in grado di fare. Ma anche dai nervosismi e dalle paure: degli elettori ma non solo. A decidere le sorti di un governo possono essere gli stessi parlamentari della maggioranza. Renato Brunetta (Forza Italia) è convinto che "l' esecutivo Conte cadrà presto". Ma nella sua previsione si azzarda oltre: dice che non si tornerà a votare, con la nascita di un "governo di centrodestra che i cittadini il 4 marzo hanno votato". A chi gli fa notare che i numeri non ci sarebbero e che, a conti fatti, mancherebbero una cinquantina di parlamentari, l'ex cpogruppo di Forza Italia spiega: "Con i voti della Lega, di Forza Italia e dei parlamentari cosiddetti responsabili". E va oltre: "Il numero dei volenterosi è esattamente uguale a quello che serve, è sempre stato così. Gente che non vuole andare al voto anticipato si trova nel M5S, come nel Pd".

Salvini fa finta di nulla e dice di voler andare avanti così, alleato con il M5S. Bisognerà vedere più avanti, dopo le elezioni europee. Qualcuno sussurra che ci sia già un gruppo pronto a raccogliere i transfughi, con almeno una trentina di grillini che potrebbero aderirvi. Ovviamente si tratta di manovre sotto traccia, che verrebbero palesate solo nel momento opportuno. L'obiettivo sarebbe quello di dare un governo al Paese evitando di dover tornare alle elezioni, in caso di strappo in seno alla attuale maggioranza. Fantapolitica? In passato è già capitato, quindi non si può escludere che possa succedere di nuovo. Potrebbe farsi strada, quindi, un governo di centrodestra allargato, o un governo leghista con l'appoggio esterno di Forza Italia, FdI e il gruppo di "responsabili" già citato.

Mattarella cosa direbbe? Il suo ruolo istituzionale gli impedisce di schierarsi a favore o contro. Di certo dovrebbe prendere atto dei numeri, in parlamento, in grado di sostenere o meno un esecutivo. Qualcuno dice che al Colle si preferirebbe tornare alle elezioni in caso di crisi di governo. Al momento sono solo voci quelle che circolano. Ma qualcosa si muove. Sono soprattutto i grillini "dissidenti", quelli che peggio digeriscono le politiche di Salvini in materia di sicurezza e immigrazione, a far parlare di sé. Si è parlato anche di un manipolo di deputati, molto vicini al presidente della Camera Fico, che hanno messo nero su bianco la loro antipatia rispetto a Salvini. I malumori ci sono, è inutile nascondersi. E c'è chi non vede l'ora di provare a fare lo sgambetto a Di Maio. Si tratta soprattutto di alcuni esponenti grillini allontanati per vicende personali poco chiare (inchieste, mancate restituzioni dei rimborsi, accuse di affiliazioni alla massoneria). Non sono pochi gli allontanati con il marchio dell'infamia.

Molti di loro al di là del seggio in parlamento avrebbero voglia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Chissà se ci riusciranno. C'è anche chi ha registrato un nome, "Sogno Italia". Saranno loro i nuovi responsabili?

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