M5s, ipotesi Conte-Di Maio per la leadership

Sono molti i dubbi che fanno riflettere Beppe Grillo riguardo la futura leadership del Movimento 5 Stelle. Possibile un comando a due Conte-Di Maio

M5s, ipotesi Conte-Di Maio per la leadership

La condizione politica del Movimento 5 Stelle, al momento, è tragica. Lo sa Beppe Grillo e lo sa gran parte del gruppo parlamentare pentastellato. Il problema che più impensierisce e preoccupa il comico genovese è che il suo movimento è ancora alla ricerca di una leadership. Vito Crimi svolge le funzioni di capo senza che nessuno riconosca la sua legittimità, in quel ruolo, all'interno del partito.

Come viene riportato su Tpi.it da Marco Antonellis, all'interno c'è chi spera in un ripensamento di Giuseppe Conte e chi invece parla di beghe legali per frenare il nuovo M5s. La realtà è differente: l'ex premier non ha avuto nessun ripensamento, semplicemente, oltre ad esserci dei nodi giudiziari legati allo statuto che ostacolano la salita al comando di Conte, è lo stesso Grillo ad avere espresso più di qualche dubbio. Il motivo? "Scarsa attitudine al comando" che in altre parole vuol dire che il M5s al momento non ha una direzione e Conte non ha né un programma, né un progetto per poter realizzare il cambiamento di cui tanto ha parlato.

Ad essere rimpianto è Luigi di Maio, il quale, ormai certo di essere rieletto a differenza di molti suoi compagni parlamentari, ha abbandonato gli interessi di partito per dedicarsi esclusivamente al suo lavoro: i dossier della Farnesina.

Il duo Conte-Di Maio

Dal momento che nessuno dei due convince da solo, dal Movimento emerge una nuova opportunità: una leadership a due con Conte e Di Maio a spartirsi il potere. Questa sembra essere la possibilità più accreditata in grado di compensare le fatiche dell'ex premier e le avversità del deep state nei confronti di Giggino.

Molti, tra senatori e deputati, sembrano essere d'accordo su un simile sviluppo anche così perché si eviterebbe la nascita di nuove correnti. Quest'ultimo è stato uno dei principali argomenti trattati a Marina di Bibbona, nella villa di Grillo, in quanto, qualora avvenisse, destinerebbe ad un indebolimento ulteriormente i pentastellati.

"Quando c’era Luigi queste correnti non esistevano e non si capisce perché ora stiano proliferando in questo modo" è stato il commento di un deputato, sempre a Tpi.it. Il motivo sarebbe che Conte ha scarsissimo margine d'azione a differenza di Di Maio che, invece, sotto la sua leadership ne ha più volte frenato la nascita.

Un argomento delicato che ha spinto lo stesso Grillo a porsi diverse domande.

Il fronte amministrative

Oggi più che mai, per l'M5s, è giusto parlare di "fronte amministrative" in quanto le prossime elezioni rischiano di essere una vera e propria Caporetto, per lo meno da ciò che emerge dalle previsioni nelle principali città italiane.

A Milano dovrebbe esserci un accordo su Sala, ciò significa che la coalizione sarà a trazione Pd. A Torino, dove da poco è nato il "Movimento 4 Ottobre", un partito formato dai 5 Stelle delusi e della "prima ora", ancora nulla è certo.

A Bologna il peso politico dei pentastellati è pressoché nullo mentre a Roma la candidatura di Virginia Raggi, nonostante sia sta ufficializzata anche da Grillo, ha fatto nascere e continua a dare vita a numerosi malumori.

L'unico luogo dove realmente è possibile immaginare una vittoria dei 5 stelle è in patria di Luigi Di Maio, a Napoli, dove il candidato dovrebbe essere Roberto Fico.

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