Proprio non c’è pace in casa M5s. Dopo aver risolto il caso Rousseau, non senza polemiche, ecco subito palesarsi una nuova grana per i pentastellati. Nelle ultime ore si è, infatti, consumato uno strappo che non fa che alimentare tensioni nel Movimento. Questa volta a lasciare il proprio incarico è stata Raffaella Andreola che ha detto addio al Collegio dei Probiviri.
In una lettera indirizzata agli "organi associativi" del Movimento, che l'Adnkronos ha potuto visionare, la Andreola ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili. Un gesto, ha spiegato la pentastellata, che arriva dopo "la scelta di non eleggere democraticamente un Capo Politico dopo 30 giorni dalle dimissioni di Luigi Di Maio (così come prevedevano le regole e lo Statuto)" e "la scelta di mantenere in prorogatio un reggente per oltre un anno mentre svolgeva anche il ruolo di componente del Comitato di Garanzia, andando a creare uno squilibrio di poteri tra l'organo di direzione (Capo Politico) e l'organo di garanzia (Comitato di Garanzia) e soprattutto una netta separazione tra le competenze dei 2 organi". Ma vi è di più. Nella stessa missiva la Andreola ha anche denunciato di aver percepito quelle che ha definito "pressioni insistenti" sul Collegio dei Probiviri per "non attuare provvedimenti disciplinari verso chi non rispettava le regole come il versamento delle quote spettanti all'Associazione Rousseau".
A spingere la Andreola alle dimissioni anche la scelta del reggente di dare mandato ai Capigruppo "e dunque anche ai Probiviri" di provvedere all'espulsione dei parlamentari che non hanno votato la fiducia all’attuale esecutivo e "la scelta degli altri componenti del Collegio dei Probiviri di aprire un procedimento nei confronti dei parlamentari che non hanno votato la fiducia al governo Draghi, lasciando da parte dossier importanti e pregressi come i portavoce indietro con le rendicontazioni". Ma come ha evidenziato la stessa ormai ex probivira vi è anche una motivazione legata al rispetto delle regole tra le ragioni che l’hanno spinta a prendere la drastica decisione.
La Andreola ha ricordato la scelta degli altri componenti del Collegio dei Probiviri "di non riunirsi e visionare le memoria di difesa da parte di chi ha subito il provvedimento di sospensione cautelare per non aver votato la fiducia del Governo Draghi, nonostante siano passati i 90 giorni previsti dallo Statuto dalla consegna delle memoria di difesa da parte di chi ha subito il provvedimento (se ne deduce che i destinatari di tali aperture procedimenti, ad oggi non sono espulsi e, a mio avviso, devono essere reintegrati nei rispettivi Gruppi parlamentari M5s di Camera e Senato in attesa che il nuovo organismo - se verrà nominato - valuti tali casi)". E, ancora, la scelta degli altri organi associativi dei 5s dopo la modifica Statutaria dello scorso febbraio decisa dagli iscritti di non eleggere il Comitato direttivo cui compete da Statuto la guida del Movimento.
Non meno importante la decisione di effettuare le future votazioni su una piattaforma diversa da quella Rousseau, disposizione che l’ex probivira considera essere "in forte contrasto da quanto stabilito dallo Statuto
del Movimento 5 Stelle". E, infine, "la scelta di non pubblicare i risultati delle votazioni degli Stati Generali". Il nuovo terremoto rischia di far saltare i già precari equilibri tra i pentastellati.
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