Madre negazionista muore a 26 anni

Non era vaccinata contro il Covid-19 la 26enne di Montano Antilia in provincia di Salerno, morta domenica nel reparto di terapia intensiva dell'azienda ospedaliera universitaria "Federico II" di Napoli

Madre negazionista muore a 26 anni

Non era vaccinata contro il Covid-19 la 26enne di Montano Antilia in provincia di Salerno, morta domenica nel reparto di terapia intensiva dell'azienda ospedaliera universitaria «Federico II» di Napoli, poco più di due mesi dopo il decesso della bimba che portava in grembo e che è stata fatta nascere prematuramente alla ventiquattresima settimana di gravidanza. La giovane, già madre di un altro bambino, è stata trasportata a fine agosto al nosocomio napoletano, dotato di un reparto dedicato alle donne incinte positive al Covid con blocco parto e terapia intensiva neonatale, dopo essere stata ricoverata in un primo momento all'ospedale di Vallo della Lucania.

Al suo arrivo a Napoli presentava già un quadro clinico ritenuto gravissimo, e che tale è rimasto nei mesi in cui è rimasta ricoverata in terapia intensiva. Ed è purtroppo il secondo decesso di una donna incinta che si è registrato al policlinico napoletano da settembre ad oggi. Sono in tutto 7 le donne incinte positive al Covid che sono state ricoverate nel reparto (una lo è ancora ed è in condizioni stazionarie), nessuna di loro si era sottoposta al vaccino anti-Covid.

Il professore Giuseppe Servillo, primario di Anestesia e Rianimazione dell'Azienda ospedaliera universitaria «Federico II» di Napoli, ribadisce all'Adnkronos l'appello rivolto alle donne in gravidanza a sottoporsi al vaccino: «Le donne incinte devono vaccinarsi, la gravidanza può amplificare gli effetti dannosi del Covid», ha spiegato. «Questi episodi drammatici - ha spiegato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca - ci servono a ricordare che, quando parliamo di Covid, non bisogna banalizzare».

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