Mafia capitale, deputata Pd finisce sotto accusa

«Non ricordo». La Campana, ex moglie dell'assessore Ozzimo, rischia l'incriminazione

Roma. La procura di Roma indagherà quasi sicuramente la deputata Pd Micaela Campana per falsa testimonianza. La deposizione di lunedì scorso al processo su Mafia Capitale è stata, secondo i pubblici ministeri, caratterizzata «da una serie di bugie e reticenze smentite dal contenuto degli atti processuali». I magistrati romani hanno intenzione di chiedere ai giudici la restituzione del verbale di deposizione di Micaela Campana, responsabile nazionale del Pd al Welfare e componente della commissione Giustizia, al fine di procedere per falsa testimonianza. Da questa iniziativa discenderà la pressoché certa iscrizione nel registro degli indagati.

La deputata, ex moglie dell'imputato Daniele Ozzimo, ex assessore della giunta Marino, ha negato una serie di circostanze emerse nelle intercettazioni telefoniche. In particolare, di aver incontrato il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico per parlare di un'interrogazione parlamentare suggeritagli, e mai presentata, dal ras delle cooperativa «29 giugno» Salvatore Buzzi. Le trascrizioni, invece, avevano evidenziato in quell'occasione un sms di Campana al capo della coop nel quale c'era scritto «Bacio grande capo». Molti i «non so» anche sui finanziamenti ricevuti dalla cooperativa e su una serie di traslochi e sgomberi richiesti alla stessa struttura di Buzzi.

Il Movimento 5 Stelle, tramite il blog di Beppe Grillo, ha avanzato la richiesta di dimissioni della deputata che su Internet viene paragonata allo «smemorato di Collegno». «I non ricordo della delegata nazionale al Welfare e al terzo settore dei dem sono riecheggiati nell'aula bunker di Rebibbia ed hanno infastidito non poco il presidente del collegio giudicante, Rosanna Iannello, che l'ha esortata più volte a dire la verità altrimenti saremo costretti a fare delle valutazioni sulla sua testimonianza». Grillo ricorda come, in occasione di una cena elettorale del Pd, a Campana giunse un sms da Buzzi. «Bonifico fatto, ho preparato una lettera al premier», si leggeva sulla trascrizione delle intercettazioni. Campana non ricorda se alla cena avesse presenziato anche lo stesso Buzzi e in sede processuale la deputata ha precisato che le richieste di favore non erano a titolo personale, ma presentate in quanto moglie di Ozzimo. «Ci teniamo a ricordare - hanno chiosato i parlamentari 5 Stelle delle commissioni Antimafia e Giustizia - come Campana abbia fissato incontri con il ministero proprio per conto dello stesso Buzzi».

«Chissà quanti minuti passeranno tra l'indagine per Buzzi su Micaela Campana e le sue dimissioni dall'organo fiduciario di Renzi», ha ironizzato il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace.GDeF

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